Toccata e fuga in re minore "Dorica", BWV 538


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: 1708 - 1717
Prima esecuzione: Kassel, Martinskirche, 28 settembre 1732
Edizione: Bureau de Musique, Lipsia, 1832 circa
Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Per l'intero arco della sua vita, Bach scrisse composizioni per organo, uno strumento di cui fu un profondo conoscitore per aver ricoperto il posto di organista in diverse sedi fino al 1717, cioè sino al periodo cosiddetto di Weimar. Per ben quattordici anni egli svolse attività di organista, meravigliando tutti per il suo talento e il suo virtuosismo, e di collaudatore di organi, chiamato per svolgere questo lavoro in più corti e chiese della Germania. Ad Arnstadt, a Mühlhausen, a Weimar, a Köten e a Lipsia acquistò grande nome come organista e le sue improvvisazioni destarono ammirazione generale presso musicisti, prìncipi e pubblico di varia estrazione sociale. Effettivamente il contributo dato da Bach per lo sviluppo della tecnica organistica fu enorme e i numerosi studiosi che si sono occupati della vasta opera di questo musicista, a cominciare da Philipp Spitta con la sua monumentale biografia (1873 e 1880), hanno tenuto a sottolineare la grande importanza sia formale (armonica e contrappuntistica) che espressiva della produzione per organo del maestro di Eisenach, esempio luminoso di artigiano e di artista costantemente proteso verso traguardi di severo spiritualismo religioso.

Una prova eloquente della forte personalità organistica bachiana è racchiusa nella Toccata e fuga in re minore BWV 538, contrassegnata dall'aggettivo «dorica» dato probabilmente non dall'autore, ma dai successivi editori, perché rievocante in alcuni passi il modo dorico, considerato il primo dei modi fondamentali dell'antica teoria musicale greca e del gregoriano. La pagina ricorda sotto alcuni aspetti certi poderosi lavori organistici del periodo di Weimar, come la famosa Toccata e fuga in re minore BWV 565, che ha sempre goduto di enorme popolarità, alla quale concorse nei nostri giorni anche l'uso che ne fece Walt Disney nel suo film «Fantasia». Nel Preludio si respira la stessa orgogliosa bravura virtuosistica, pur con qualche richiamo all'antica modalità della Toccata: tanto è vero che il Preludio si chiama esplicitamente Toccata. Inoltre si avverte una chiara tendenza agli effetti contrastanti fra il piano e il forte, cioè fra il Tutti e il Solo, così da far pensare al Vivaldi dell'Estro armonico, per esempio al Concerto grosso in re minore n. 11, trascritto per organo dallo stesso Bach (BWV 596) negli anni di Weimar. La Fuga è in evidente contrapposizione con il Preludio: quest'ultimo presenta colori vivaci e brillanti, mentre la Fuga ha una linea severa, rigorosa e di carattere speculativo. Chi ha analizzato profondamente questo lavoro ritiene che appartenga al periodo del soggiorno di Lipsia, quando l'artista, dopo aver scritto la maggior parte delle sue Cantate e altre composizioni vocali sacre, tornò ad occuparsi della musica per organo: e più precisamente, all'inizio di questo periodo, allorché il ricordo del suo passato di formidabile organista e improvvisatore era ancora molto vivo. In sostanza, la «Dorica» viene situata negli anni compresi fra il 1730 e il 1735.

Secondo un criterio già sperimentato in altri lavori del genere, il Preludio è contrassegnato da virtuosismo, mentre nella Fuga si sente il piacere della ricerca timbrica e coloristica. Nella Toccata rivive lo spirito della costruzione a blocchi del Concerto grosso, con il fitto gioco di domande e risposte fra i vari strumenti; nella Fuga il musicista torna alla scrittura contrappuntistica, equilibrata e perfetta nei suoi ingranaggi melodici e armonici.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

Quando Bach impiega il termine Toccata, si puo star certi che la composizione sarà improntata a uno stile arcaico, non ben definito dal punto di vista formale, dunque sostanzialmente libero, e soprattutto di robusta inclinazione virtuosistica. Le opere della maturita recheranno nel titolo la parola Preludio, avranno un'architettura piu sistematica e rispetteranno perciò regole di organizzazione formale di diverso rigore. Anche per questo, oltre che per constatazioni derivate dall'analisi delle copie realizzate dagli allievi di Bach, la data di composizione della Toccata e fuga in re minore BWV 538, detta «dorica», è stata retrocessa dagli storiografi agli anni di Weimar, mentre in un primo tempo si riteneva che solo la Fuga appartenesse a questo periodo, e che la Toccata risalisse invece al periodo di Lipsia. In effetti, il gioco del pedale e il suo fitto dialogo con le tastiere manuali, come pure la presenza di un solo tema principale che la Toccata sviluppa in un ritmo serrato, fanno pensare allo stile del primo Bach e mostrano con piena evidenza, sul piano compositivo, quell'energia che lo aveva reso celebre come esecutore e improvvisatore. La definizione «dorica», tradizionale, allude a un'impostazione armonica arcaica, ma non è adeguata alla scrittura bachiana. Di fatto, serve solo a distinguerla dalla piu conosciuta Toccata e fuga in re minore BWV 565. Cio non toglie che la BWV 538 sia stata, nel Settecento, uno dei pezzi organistici piu apprezzati ed eseguiti dell'intera produzione di Bach, come attesta il numero elevato di copie pervenute.

Stefano Catucci


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 9 gennaio 1981
(2) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Basilica di Santa Maria degli Angeli, 2 giugno 2000


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Ultimo aggiornamento 15 marzo 2015