Sonata in re maggiore, BWV 963


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Allegro maestoso
  2. Largamente (si minore)
  3. Allegro moderato e energico
  4. Adagio (si minore)
  5. Thema all'Imitatio Gallina Cuccu
Organico: clavicembalo con pedaliera
Composizione: 1704 circa
Edizione: Peters, Lipsia, 1806
Guida all'ascolto (nota 1)

Giunto nei primi anni del XVIII secolo a un livello di perfetta definizione tecnica, il clavicembalo è lo strumento che più compiutamente incarna le istanze espressive di un'intera epoca: il delicato periodo di transizione da una concezione polifonica e contrappuntistica del discorso musicale a una monodica e armonica. Non a caso la figura di Johann Sebastian Bach è stata diversamente interpretata come difensore della prima e precursore della seconda; sullo strumento a tastiera Bach propose in effetti una sintesi fra il vecchio e il nuovo, intendendo la tastiera come veicolo privilegiato sia per la produzione di intrattenimento che per le ricerche più speculative sulla materia musicale.

La "tastiera", si è detto. Il concetto di produzione "cembalistica" è infatti soggetto a discussioni, poiché in realtà gran parte della letteratura per cembalo di Bach era pensata in astratto, secondo la prassi dell'epoca, per un generico strumento a tastiera; dunque clavicembalo, ma anche clavicordo o organo; situazione che, sottolineando l'autonomia del brano tastieristico da una unica e precisa fonte di produzione del suono, rende plausibile e legittima l'esecuzione di pagine bachiane anche sul moderno pianoforte.

La Sonata in re maggiore BWV 963, viene attribuita generalmente al periodo trascorso ad Arnstadt (1703-1707), e datata intorno al 1704 (l'autore era dunque diciannovenne). Si tratta dell'unica composizione autentica del catalogo cembalistico bachiano che rechi il nome di Sonata; termine che solo relativamente da poco tempo - un quindicennio - veniva riferito a composizioni per cembalo, senza corrispondere però a un modello univocamente definito. La Sonata BWV 963 aderisce al modello più diffuso, quello in cinque movimenti, del tutto distinto da quello delle sonate polistrumentali. Il brano - che mostra già la mano dell'autore, nella sicurezza della scrittura come nella capacità di rielaborare stili di diversa provenienza - si apre con un vasto Allegro maestoso introduttivo, seguito da una sezione in ritmo puntato alla francese e da un fugato. Poi un brevissimo Adagio, chiuso da una cadenza toccatistica, sfocia in una Fuga che reca l'intestazione "Thema all'Imitatio Gallina Cuccù"; è quest'ultima pagina la più famosa dell'eclettica sonata, con il tema ribattuto e gli intervalli ricorrenti di terza minore discendente, che, secondo una ben consolidata tradizione di matrice italiana, ricordano il verso del cuculo.

Arrigo Quattrocchi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 5 aprile 1992


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Ultimo aggiornamento 19 maggio 2014