Sonata in mi minore per organo, BWV 528


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Adagio
    Ripreso dalla Sinfonia n. 8 della Cantata BWV 76
  2. Vivace (si minore)
    Ripreso dalla Sinfonia n. 8 della Cantata BWV 76
  3. Andante (si minore)
  4. Un poco Allegro
Organico: organo
Composizione: 1730 circa
Edizione: Nägeli, Zurigo, 1827
Guida all'ascolto (nota 1)

Un breve Adagio fugato apre questa bellissima composizione. Esso proviene dalla Cantata n. 76 Die Himmel erzählen die Ehre Gottes (II Domenica dopo la Trinità) di cui fa parte come interludio per Oboe d'amore e Viola da Gamba (inizio della II parte). Improvvisamente irrompe il Vivace con un tema che partendo dalla tonalità della dominante afferma la sua identità tonale nella battuta seguente, come una grandiosa anacrusi.

Il primo tempo si svolge su di un unico tema presentato ripetutamente in un ricco intreccio di parti. Esso viene alternato con la risposta sui due gradi principali della scala, Tonica e Dominante, senza mai modulare in altri toni. Dopo una breve imitazione tra le due voci, derivata dall'inizio del tema stesso, il Vivace ha termine.

Interessantissimo, quanto inusitato, è il tema dell'Andante. Il canto procede con salti di due quarte ascendenti alternate ad una terza discendente. Ad esso viene contrapposta un'altra melodia dal ritmo assolutamente diverso e che viene poi ulteriormente sviluppato nel corso del pezzo. Completata l'esposizione del tema ha immediatamente inizio l'elaborazione del controcanto; essa acquista una tale importanza da dare l'impressione che lo sviluppo riguardi un tema principale. Questo controcanto viene svolto per moto retto e per moto contrario; a volte viene anche alternato ad alcune riprese del soggetto nella tonalità di mi minore.

Gradatamente si giunge alla ripresa, presentata questa volta come un breve stretto di Fuga, e quindi il pezzo conclude.

Il caratteristico procedimento melodico del tema dell'Andante (accordi sciolti in arpeggi ed in posizioni late) ed in parte anche quello dello sviluppo, fa pensare ohe il pensiero di Bach fosse rivolto più al violino che al clavicembalo. Un'altra nota interessante è quella data dalla tonalità della composizione, poiché dopo un primo, tempo in mi minore, l'ascoltatore si aspetterebbe un Andante in maggiore, mentre Bach lo ha composto pure in minore (si minore).

Il terzo ed ultimo tempo della Sonata in mi (un Poco Allegro) ha una grande affinità con il «Minuetto». Il carattere del tema, non tanto per il ritmo ternario quanto per lo spirito, è infatti analogo a quello di questa tipica forma di danza.

Viene esposto in forma fugata a tre parti alternando il soggetto con elementi ritmici a terzine, contenuti nella «coda» del tema stesso, e che vengono poi usati per tutto lo sviluppo dell'Allegro. Il discorso musicale modula quindi al relativo maggiore presentando il soggetto e la risposta in questa tonalità; prosegue in la minore (tema) per poi tornare in mi per la ripresa finale.

Fernando Germani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 20 marzo 1970


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Ultimo aggiornamento 17 aprile 2015