Sonata in re minore per organo, BWV 527


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
  1. Andante
  2. Adagio e dolce (fa maggiore)
    Riutilizzato nel secondo movimento del Triplo concerto BWV 1044
  3. Vivace
Organico: organo
Composizione: 1730 circa
Edizione: Nägeli, Zurigo, 1827
Guida all'ascolto (nota 1)

La Sonata inizia con un Andante composto su due temi ed in forma bipartita e col «da capo». L'Esposizione è basata sul primo tema. Esso viene presentato al soprano nel tono principale ed al tenore con la risposta alla dominante (la minore). Poi viene successivamente sviluppato ampiamente sino a concludere nella tonalità di re minore.

S'inizia quindi la seconda parte; viene esposto il secondo tema che provoca un altro notevole sviluppo, ma in esso non figurano mai richiami al tema principale. Soltanto un elemento ritmico di secondaria importanza ed appartenente alla prima esposizione viene ricordato brevemente.

Questa seconda parte conclude su una cadenza alla dominante che nel contempo serve da congiunzione per la ripresa del «da capo». Giunti alla conclusione della riesposizione, il primo tempo ha termine.

L'Adagio e Dolce (secondo tempo) è tratto dal Concerto in la minore per clavicembalo, flauto e violino concertanti. Il tema viene presentato «a due», cioè viene esposto dal soprano e raddoppiato alla terza inferiore dal contralto. Non è in stile fugato.

La bellissima melodia - tipicamente classica - precorre nello stile il genere mozartiano. Il tempo è monotematico ed in forma bipartita.

Il terzo tempo (Finale) è in forma di rondò. Ha due temi principali in re minore ed uno secondario (derivato dal secondo tema) in la minore.

L'esposizione del primo tema avviene come per quello dell'Andante (I tempo) e cioè: presentazione del tema in stile fugato, risposta, sviluppo e conclusione. S'inizia il secondo tema - non fugato - ma con le parti che si scambiano il soggetto invertendone l'ordine.

Segue un elaborato sviluppo che alla sua conclusione alla dominante introduce un nuovo elemento tematico che viene elaborato in forma imitativa.

E' un interessantissimo e piacevole intreccio di parti, pieno di vitalità e di brio. Alla conclusione di questo sviluppo viene ripresa l'esposizione, come all'inizio, e quindi il pezzo ha termine.

La notevole difficoltà tecnica delle sei sonate non è mai in contrasto con il pregio musicale, nel senso che lo sviluppo della parte virtuosistica è sempre in relazione con l'opera d'arte e mai usata come fine a se stessa.

Fernando Germani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 13 marzo 1970


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Ultimo aggiornamento 15 aprile 2015