Nel novembre 1717 Bach accolse l'invito del principe Leopoldo di Anhalt-Cöthen e divenne maestro della sua cappella. A Cöthen Bach trascorse i sette anni più felici della sua vita. Il principe era un musicista di talento, la cappella era formata da 18 solisti di valore, e tutto il tempo libero della corte era dedicato allo studio dell'arte. Bach visse a Cöthen ammirato e stimolato dal gusto e dalla frequenza di un intenditore, e trasferitosi a Lipsia si rammenterà con nostalgia delle ore trascorse col principe Leopoldo. Cöthen osservava un rito luterano severo, la musica aveva poco spazio nella chiesa, ed i compiti di Bach erano limitati alla musica da camera. Gran parte della sua produzione strumentale vide la luce in quegli anni, e il suo carattere, sovente rivoluzionario rispetto alle forme del tempo, dipende dalla destinazione domestica e colta ad un tempo per cui fu composta.
L'infatuazione per il flauto traverso si diffuse in Germania all'inizio del Settecento. Fino al 1717 è probabile che Bach abbia adoprato soltanto il flauto diritto. Nel settembre 1717, recatosi a Dresda, egli ascoltò il flautista di quella orchestra e ne rimase colpito. Le risorse dello strumento vengono assimilate nel ritiro di Cöthen e ne sortiranno due serie di sonate: l'una per flauto e cembalo concertante, l'altra per flauto e basso continuo. Inoltre ci sono pervenute una sonata per flauto solo ed una per flauto e cembalo, meno elaborate dal punto di vista contrappuntistico e più legate allo stile violinistico. Tutte queste opere ci pervengono da autografi o copie in possesso di C. Ph. E. Bach, il cembalista di Federico il Grande, che dovette utilizzarle per lusingare la flautomania del sovrano.
La Sonata in mi maggiore per flauto e continuo è formata da danze stilizzate. Difatti l'Adagio ma non tanto ha i caratteri di una Allemande francese, e l'Allegro seguente quelli di una Bourrée.
Gioacchino Lanza Tornasi