Toccata e fuga in fa maggiore, BWV 556


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: data sconosciuta
Edizione: Peters, Lipsia, 1852

Attribuzione incerta, composizione forse Johann Tobias Krebs
Guida all'ascolto (nota 1)

E' questa una delle composizioni tra le più rappresentative di Bach.

La difficoltà della toccata richiede due elementi essenziali: uno strumento rispondente dal lato tecnico (la potenza sonora e la prontezza meccanica) ed un virtuosismo non comune da parte dell'esecutore.

Una lunga esposizione del tema in forma di canone poggia su un interminabile pedale di tonica. Quindi il pedale solo svolge il pensiero iniziale. Una secca conclusione sulla dominante chiude questa esposizione che subito viene ripresa per intero alla dominante stessa in una precisa e perfetta trasposizione tonale della primo parte, ma con l'ordine delle parti invertito.

Un'altro «solo» di pedale conduce agli sviluppi che - ad eccezione di tre trii - si basano esclusivamente su movimenti in arpeggio alternati fra il pedale e le tastiere. Questa lunga elaborazione condotta attraverso varie tonalità irrompe su un potente pedale di dominante dove si riassume lo sviluppo tematico del soggetto; indi il discorso musicale volge al termine.

Questa Toccata, per la sua arditezza deve aver prodotto, ai tempi di Bach un effetto sensazionale; ciò sia per il valore puramente musicale della composizione che per le straordinarie possibilità di virtuoso che Bach stesso poteva mettere bene in luce nell'esecuzione di questo difficile pezzo.

La Fuga è a due soggetti; il primo è statico mentre il secondo è di movimento.

Tutta la prima parte è la conseguenza del primo tema e la seconda sviluppa esclusivamente l'altro.

Finita la seconda esposizione i due soggetti si riuniscono in una smagliante e grandiosa chiusa.

La composizione è attribuita al periodo di Còthen.

Fernando Germani


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 5 marzo 1971


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Ultimo aggiornamento 28 novembre 2018