Il Preludio e fuga in sol maggiore BWV 541 mostra con tutta evidenza quanto la scrittura di Bach sia appropriata allo strumento e quanto sia difficile, di conseguenza, trasporre su altri tipi di tastiera, per esempio sul clavicembalo o sul pianoforte, i brani da lui concepiti per esaltare le possibilità dell'organo. Nella fuga, in particolare, l'energia del soggetto corrisponde all'intenzione di impostare un gioco concertante fra i registri e fare circolare le diverse voci del contrappunto fra le tastiere (i manuali) e la pedaliera, in modo da ottenere potenti effetti di prospettiva che su altri strumenti risulterebbero inevitabilmente impoveriti e contraffatti. La composizione risale probabilmente all'ultimo periodo di Weimar, al 1716, ma Bach vi è tornato più volte, aggiungendo e togliendo elementi di raccordo tra il preludio e la fuga, come si ricava da una copia realizzata da Johann Peter Kellner, nella quale si trova interpolato il secondo movimento della Sonata in trio n. 4 BWV 528. Nella forma attuale, questa aggiunta non è compresa e ci si attiene al testo originale, del quale spesso sono state segnalate le somiglianze con il tema del coro che apre la Cantata BWV 21, Ich hatte viel Bekümmernis, e con il finale del Concerto op. 3 n. 11 di Vivaldi, sempre per quel che riguarda il soggetto della fuga.
Stefano Catucci
Questi due pezzi (che nella copia del figlio W. F. Bach portano la scritta « per manum Auctoris ») mostrano che la tecnica de! pedale era già stata sviluppata considerevolmente, e ciò fa pensare che essi appartengano al perìodo di Cöthen.
Il «Preludio» è un pezzo brillante che richiede, da parte dell'esecutore, una tecnica matura. La forma è quella consueta usata da Bach: esposizione alla tonica, sviluppi alla dominante e ripresa alla tonica.
La «Fuga» con il suo tema di note ribattute, è sviluppata più scolasticamente delle altre. Essa presenta, infatti, una nitida esposizione a cui fanno seguito le varie entrate del tema prima al relativo minore e poi nelle altre tonalità. Dopo una breve sospensione s'iniziano gli «stretti» che vengono conclusi sotto un pedale di tonica in parte acuta.
Fernando Germani