Su taluni manoscritti questa fuga porta aggiunto al titolo: «Thema Legrenzianum elaboratum cum subjecto pedaliter J. S. Bach». Non è improbabile che il tema provenga da Giovanni Legrenzi (m. 1690), maestro di Lotti e Gasparini.
A ragione o a torto, questa fuga è generalmente conosciuta come «Fuga su tema di Legrenzi». Per quanti lavori di questo compositore siano stati esaminati, in nessuno di essi è stato possibile poter trovare questo tema.
La «Fuga» si sviluppa in tre parti, con due soggetti. La prima parte è composta da una fuga.
Alla sua conclusione essa dà inizio ad una seconda fuga composta sul secondo soggetto.
Conclusasi anche questa, i due temi vengono ripresi contemporaneamente dando così inizio agli stretti (terza parte). La chiusa è molto diversa da tutte le altre fughe di Bach, poiché terminata la parte — diremo così — scientifica, ha inizio una grandiosa cadenza nello stile di Buxtehude.
E' un lungo passo virtuosistico che non contiene alcun elemento tematico che possa riallacciarsi, sia pure lontanamente, ai tempi principali.
Fernando Germani