Sebbene la maggior parte della produzione strumentale di Bach risalga al periodo di Cöthen (1717-1723), anche nel periodo di Lipsia (1723-1750) il compositore dedicò ampio spazio allo strumento a tastiera, soprattutto con i quattro libri delle "Clavierùbungen", che trattano, con intenzione e valore paradigmatici, altrettanti aspetti della scienza e della prassi musicale del tempo; lo strumento a tastiera, insomma, già destinatario privilegiato della produzione di consumo, si fa tramite delle meditazioni dell'autore su questioni stilistiche, tecniche e concettuali. Accanto alle "Clavierübungen" trovano posto alcune pagine sparse, fra cui quattro fantasie che sviluppano in direzioni plurime quello "Stylus phantasticus" che informa pressoché tutta la selezione di brani proposta.
In particolare la Fantasia in do minore BWV 906, datata intorno al 1737-1738, ci è pervenuta in una fonte autografa; purtroppo la seguente fuga a tre voci è interrotta alla battuta 30 e completata da altra mano, così da rendere inattendibile l'esecuzione consecutiva dei due brani. La Fantasia è di per sé assai breve: appena 40 battute, 16 la prima parte, 24 la seconda, ciascuna delle quali viene però replicata. La prima parte espone il materiale tematico - un tema energico e ritmico, seguito da una intensa cantabilità - la seconda lo sviluppa e poi lo riprende in forma abbreviata. Ma più che il perfetto impianto costruttivo della pagina, converrà rilevare la fantasia coloristica, con i frequenti passaggi cromatici, l'intensa complessità della scrittura e l'equilibrio fra le due mani; qualità di invenzione che garantiscono al brano la statura del capolavoro miniaturistico.
Arrigo Quattrocchi