Fantasia in sol maggiore, BWV 572


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Organico: organo
Composizione: 1712 circa
Edizione: Peters, Lipsia, 1745
Guida all'ascolto (nota 1)

Crediamo che nessuna illustrazione di questa famosa pagina bachiana possa essere preferita a quella che l'organista Fernando Germani riporta a pagina 55 del suo volume «Guida illustrativa alla composizione per organo di J. S. Bach» (ed. De Santis, Roma). Afferma il Germani che questa grandiosa «Fantasia» a cinque voci, s'inizia con una brillantissima cadenza introduttiva per sole tastiere, preludiante la parte più elaborata. Si tratta di un tema in sol maggiore e in 12/8, inizialmente presentato quattro volte. «L'entrata di una sola nota di pedale — scrive lo stesso concertista — dopo due pagine di passaggi di bravura, è di effetto grandioso che aumenta ancora quando ad essa si aggiungono, in accordi, le altre quattro parti».

Per la parte centrale della composizione, il Germani dice che essa è costituita da imitazioni che muovono da ritardi semplici e doppi e che si svolgono, prevalentemente, su note lunghe del pedale. Infatti, aggiungiamo, mentre queste occupano tutta la battuta, il canto procede con un'accorta armonia su passi discendenti e ascendenti che caratterizzano lo sviluppo del passo.

Le lunghe note del pedale «si succedono in maniera di scala ascendente, mentre alle tastiere s'intrecciano imitazioni e pensieri a largo respiro». Il Germani avverte, inoltre, che «per due sole volte le scale in semibrevi passano in parte acuta, dando così occasione anche al pedale di partecipare al giuoco delle imitazioni». Siamo così avviati alla conclusione che, presentandosi con «una scelta di semibrevi dell'estensione di due ottave e posta al pedale, dà motivo alla realizzazione di una grande costruzione sonora che concludendo sul pedale di dominante sintetizza su di esso una magnifica elaborazione contrappuntistica».

La «Fantasia», con il suo passo di bravura affidato alle tastiere e sostenuto dal pedale — che ricorda la valorizzazione tecnica affidata alle prime battute della composizione, di cui già si è detto — porta a compimento la pagina con delle sestine ascendenti e insistenti. Il Germani pensa che la «Fantasia» risalga all'epoca di Cothen-Leipzig, e dunque tra il 1718 e il 1744.

In quanto alla forma-fantasia, diremo che essa è una composizione strumentale libera, che via via assunse caratteristiche varie, ma che con Bach si abbandona al libero giuoco dell'immaginazione. Bach ne compose sette, una delle quali con imitazioni e tre con «fughe». Altre quattro fantasie figurano composte su corali.

Mario Rinaldi


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Sala Accademica di via dei Greci, 14 febbraio 1969


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Ultimo aggiornamento 4 giugno 2019