Il Concerto in fa maggiore BWV 1057 si avvale del modello forse più rinomato e illustre, il Quarto Concerto "Brandeburghese" BWV 1049. È noto come sotto l'epiteto non originale di "Brandeburghesi" si intendano i sei Concerti scritti da Bach a Cöthen (forse selezionati fra le migliori composizioni degli anni precedenti) e dedicati, con data del 24 marzo 1721, al margravio Christian Ludwig di Brandeburgo. Caratteristica di tali Concerts avec plusieurs instruments è quella per cui ogni parte melodica è affidata a un solo esecutore, senza raddoppi neanche per gli esecutori del "ripieno"; in sostanza una interpretazione tutta "solistica" del modello del concerto barocco, dove il solista o i solisti venivano nettamente contrapposti al gruppo degli archi.
Il Quarto "Brandeburghese" contrappone così al "ripieno" (composto da violino I e II, viola, violoncello, violone e continuo) un gruppo di tre solisti, un violino principale e una coppia di «flauti in echo». Di tale partitura Bach operò una trascrizione tale da modificare sensibilmente l'assunto originale. Il clavicembalo venne sostituito al violino principale, mentre i due flauti vennero mantenuti (circostanza che differenzia BWV 1057 da tutti gli altri concerti per cembalo, che prevedono solamente l'accompagnamento di archi e continuo); ne risultò modificato l'equilibrio strumentale. Mentre in BWV 1049 il violino è in situazione privilegiata rispetto ai flauti, ma i tre strumenti sono comunque "concertanti", in BWV 1057 il cembalo assume un rilievo assoluto, pervadendo tutta la partitura e relegando i flauti in secondo piano. Uguale peraltro la lunghezza dei singoli movimenti: un Allegro di insolita ampiezza, in cui è particolarmente denso lo sviluppo tematico; un Andante con un flusso cantabile realizzato compattamente dagli strumenti; e infine un Presto con struttura fugata, interrotto da una cadenza virtuosistica.
Arrigo Quattrocchi