Jesu, der du meine Seele (O Gesù che hai salvato la mia anima), BWV 78

Cantata in mi bemolle maggiore per soli, coro e orchestra

Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Testo: autore ignoto da Johann Rist
Occasione: 14a domenica dopo la festa della Trinità
  1. Jesu, der du meine Seele
    Coro in sol minore per coro, flauto traverso, 2 oboi, 2 violini, viola e continuo
    Riutilizzato nel Cruxifixus della Messa BWV 232
  2. Wir eilen mit schwachen, doch emsigen Schritten
    Duetto in si bemolle maggiore per soprano, contralto, organo, violoncello e violone
  3. Ach! Ich bin ein Kind der Sünden
    Recitativo in re minore/do minore per tenore e continuo
  4. Dein Blut, so meine Schuld durchstreicht
    Aria in sol minore per tenore, flauto traverso e continuo
  5. Die Wunden, Nägel, Kron' und Grab
    Recitativo in mi bemolle maggiore/fa minore per basso, archi e continuo
  6. Nun, du wirst mein Gewissen stillen
    Aria in do minore per basso, oboe, archi e continuo
  7. Herr, ich glaube, hilf mir Schwachen
    Corale in sol minore per coro, flauto traverso, 2 oboi, 2 violini, viola e continuo
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, flauto traverso, 2 oboi, corno, 2 violini, viola, violoncello, violone, continuo
Composizione: Lipsia, 1724
Prima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 10 settembre 1724
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1870
Guida all'ascolto (nota 1)

La Cantata "Jesu, der du meine Seele" BWV 78 è stata scritta per la Dominica 14 post Trinitatis nel 1724. Sono richieste quattro voci soliste, il coro, e un organico così composto: flauto, 2 oboi, corno, 2 violini, viola, continuo (cello, violone, organo). Il testo si basa su un inno popolare pubblicato nel 1641 dal teologo, poeta e compositore Johann Rist. Esiste anche l'ipotesi, secondo Brausch, che il libretto sia nato da una parafrasi madrigalesca di Mariane von Ziegler. Lo spunto poetico è quasi certamente quello derivato da Luca (17,19) che si riferisce alla guarigione dei dieci lebbrosi, alle parole "Alzati e vattene, la tua fede ti ha salvato". La struttura è quella di una "Predigt-kantate" con una meditazione sul peccato, la redenzione e l'amore di Cristo. Il carattere malinconico e dolce ad un tempo, di tutta la cantata, appare sin dalla prima sezione, strutturata come una ciaccona, su un passaggio cromatico discendente nell'ambito di una quarta (il "passus duriusculus" già trovato altrove). Il tema viene ripetuto per 27 volte, in un fitto intreccio contrappuntistico, per giungere al corale con il tema della ciaccona rovesciato. Segue poi il duetto ("Wir eilen mit schwachen") fra soprano e alto, legato, nel suo andamento canonico e leggero, all'idea del fedele che segue il Maestro, nella struttura di aria col da capo. Seguono il recitativo e l'aria del tenore ("Das Blut, so meine Schuld durchstreicht"), il primo costruito su citazioni del corale, il secondo, di grande intensità, con il flauto traverso obbligato. Ancora un recitativo e un'aria, in quinta e sesta posizione, affidate al basso. Il primo, in stile accompagnato, è particolarmente interessante per le variazioni espressive e dinamiche richieste; la seconda ("Nun du wirst mein Gewissen stillen"), in forma bipartita, è simile ad un allegro da concerto. Il corale, in ultima posizione ("Herr, ich glaube, hilf mir schwachen"), conclude nella maniera più semplice, a quattro voci, la Cantata, con una professione di fede e un'invocazione di aiuto per superare le debolezze della vita.

Roberto Chiesa


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 11 aprile 1990

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Ultimo aggiornamento 10 luglio 2013