Christ lag in Todesbanden (Cristo giaceva nel sudario), BWV 4

Cantata per soli, coro e orchestra


Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Testo: Martin Lutero
Occasione: per il giorno di Pasqua
  1. Sinfonia (mi minore)
    per archi e continuo
  2. Christ lag in Todesbanden
    Coro in mi minore per coro e tutti gli strumenti
  3. Den Tod niemand zwingen kunnt
    Duetto in mi minore per soprano, contralto, cornetto, trombone e continuo
  4. Jesus Christus, Gottes Sohn
    Aria in mi minore per tenore, violini e continuo
  5. Es war ein wunderlicher Krieg
    Coro in mi minore per coro e continuo
  6. Hier ist das rechte Osterlamm
    Aria in mi minore per basso, archi e continuo
  7. So feiern wir das hohe Fest
    Duetto in mi minore per soprano, tenore e continuo
  8. Wir essen und leben wohl
    Corale in mi minore per coro e tutti gli strumenti
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, cornetto, 3 tromboni, 2 violini, 2 viole, continuo
Composizione: Arnstadt, 1707 (revisione 1724 - 1725)
Prima esecuzione: Arnstadt, St.Blasiuskirche, 24 aprile 1707
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1851

Guida all'ascolto 1 (nota 1)

Fin dalla seconda metà del Seicento il termine di "cantata" servì a definire un brano cantato diviso in più parti e con accompagnamento strumentale. Ma, mentre nell'opera e nell'oratorio, gli altri due importanti generi della composizione vocale del tempo, predominavano gli elementi drammatici ed epici, la cantata assunse un aspetto meno aulico e fastoso e seguì una linea espressiva più spiccatamente lirica. Se, come sembra ormai accertato, il madrigale e la canzonetta diedero origine alla cantata italiana profana, specialmente nelle due forme di cantata solista e duetto da camera, bisogna ricordare che alla base della cantata da chiesa tedesca c'erano i mottetti concertanti e le elaborazioni concertanti di canti chiesastici. I primi prendevano comunemente lo spunto da un versetto del Vangelo o delle Epistole, e talvolta anche da un Salmo, cioè da un testo in prosa; le altre invece si valevano di un intero canto chiesastico. In origine però le cantate non erano molto articolate e non avevano quella precisa rifinitura formale che assunsero in seguito con il contributo e l'esperienza bachiana. In esse si alternavano le parole della Bibbia, che costituivano il testo in prosa, agli squarci corali in cui venivano rielaborate intonazioni liturgiche e melodie di canti chiesastici.

A Lipsia Bach compose cinque Annate complete di cantate sacre, ma a noi ne sono rimaste appena duecento che si aggiungono alla trentina di cantate profane, che non differiscono molto strumentalmente dalle prime, anche se il loro scopo era diverso ed era rivolto a festeggiare matrimoni e occasioni liete e tristi di principi e personaggi illustri della società tedesca del tempo. Una produzione estesa e di notevole impegno in cui, pur se a volte diverse composizioni erano dettate da motivi contingenti e occasionali e dalla necessità di non perdere lo stipendio annuo di settecento talleri (esclusi gli incerti saltuari), Bach rivela la sua originalità e la sua genialità, insieme a quella profondità e sincerità interiore che gli derivava dalla sua tenace e incondizionata fede nel pietismo.

La Cantata "Christ lag in Todesbanden" BWV4, detta anche "cantata per il primo giorno della Pasqua", fu scritta tra il 1707 e il 1708, probabilmente a Weimar, utilizzando versi di un inno di Lutero ricavato da una sequenza pasquale medioevale in lingua latina. La disposizione dei sette pezzi è rigorosamente simmetrica e alterna un coro, un duetto, un'aria, un coro, un'aria, un duetto e un coro, tutti conclusi con un Alleluja. La musica si basa su una melodia del dodicesimo secolo e tutta la Cantata denuncia un tono schiettamente arcaico, pur nella varietà delle figurazioni vocali. La sinfonia introduttiva ha un carattere solenne e grave, in una severa combinazione tra l'arte contrappuntistica e il simbolismo barocco. Arioso e ben ritmato è il coro del Versus I, secondo il gioco delle voci, nello stile fugato luminosamente bachiano. Più severo il Versus II, su un basso continuo, mentre più vivace e mosso si presenta il Versus III. Di grande effetto la linea vocale del Versus IV e solenne la successiva aria del basso su un ritmo ternario. Un'atmosfera di festosa allegria si diffonde nella invocazione del Signore del Versus VI. Un richiamo alla scrittura corale iniziale si può cogliere nell'ultimo Versus, caratterizzato da una pienezza sonora che appartiene alla sigla creativa del migliore Bach.

Guida all'ascolto 2 (nota 2)

La cantata «Christ lag in Todesbanden» è una delle prime scritte da Bach e la sua composizione può essere fissata, con buon margine di sicurezza, intorno agli anni 1707-1708, e cioè al periodo di Mühlhausen, nella cui chiesa di San Biagio Bach prestava servizio in qualità di organista. Il priore di questa chiesa, e una parte del clero, di indirizzo pietistico, erano avversi ad un eccessivo allargamento della musica nel servizio liturgico e si deve a questa ostilità se Bach scrisse in quel periodo poche cantate e se esse non assunsero quella struttura che avrebbero avuto in seguito. Se infatti la tipica cantata bachiana presenterà recitativi ed arie e, assunto un testo biblico e scritturale, ne darà una versione articolata e prossima a quella dell'oratorio, con la cantata di Mühlhausen ci troviamo di fronte a schemi ancora molto rigidi. Nella cantata n. 4, in particolare, mancano i recitativi e il testo di Lutero viene ripreso integralmente senza alcuna rielaborazione. Si tratta inoltre di una cantata-corale, cioè basata sul corale luterano, anche questo posto a base di ciascuno dei sette versetti di cui consta la composizione. Questa è preceduta da una 'sinfonia' termine che qui sta ad indicare una introduzione orchestrale, semplice e grave, di sole quattordici battute. Il primo versetto, allegro, è per quartetto e la voce del soprano è accompagnata dall'arcaico cornetto. Segue un duetto per soprano e contralto e ancora un trio per tenore, violino e basso continuo. Il quarto versetto a quattro voci con la melodia del corale affidata al contralto. Nel quinto il tema è proposto alternativamente dal basso, poi dagli archi ed infine ripreso insieme. Il sesto versetto è per soprano, tenore e basso continuo. La cantata, che fu scritta «in feria pascatos», e cioè per uno dei giorni della settimana di Pasqua, si conclude con l'esecuzione a quattro voci del corale.

Bruno Cagli


(1)  Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 11 gennaio 1992
(2)
  Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 3 novembre 1976


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Ultimo aggiornamento 14 dicembre 2015