Si sa che è relativamente modesto (non più di una ventina di esempi) il numero delle cantate profane che Bach ci ha lasciato, anche se i documenti in nostro possesso ci segnalano almeno una cinquantina di composizioni del genere. Si deve supporre, tuttavia, che la produzione in questo campo sia stata ben più consistente: cantate profane di vario tipo furono composte per cerimonie universitarie, per feste comunali e scolastiche, per omaggi a nobili signori, per nozze o per altre circostanze fra le quali non si devono trascurare quelle legate alle manifestazioni organizzate dalle corti di Weimar, di Köthen, di Dresda e di Weissenfels.
La Cantata Schwingt freudig euch empor (BWV 36c) è l'unica nota fra quelle composte per cerimonie comunali e scolastiche (di altre tre si conosce unicamente il testo), ma essa ha seguito un percorso del tutto singolare. L'opera ha conosciuto, infatti, non meno di cinque stesure, tre profane (BWV 36a, 36b, 36c) e due sacre (BWV 36A e 36B), fatto unico nella produzione bachiana. La matrice originaria è una cantata di auguri (appunto, BWV 36c) a noi pervenuta in copia autografa ma con un'intestazione posticcia che la indica scritta per il compleanno del rettore della Thomasschule Johann Matthias Gesner (1691-1761); questi resse quella carica fra il 1730 e il 1734, ma l'autografo risale incontrovertibilmente alla primavera del 1725. D'altra parte, il testo (che è di ignoto autore ma è probabilmente opera di Picander, lo pseudonimo dietro il quale si nascondeva Christian Friedrich Henrici, 1700-1764, che fu il principale autore di testi per le opere bachiane del periodo di Lipsia) testimonia che la composizione fu certamente realizzata come cantata di auguri per il compleanno di un insegnante, o della Thomasschule o dell'Università. Si è avanzata l'ipotesi, anzi, che destinatario dell'omaggio sia stato Johann Burckhard Mencke (1675-1732), professore di diritto all'Università che in quel momento celebrava il 50° anno di età (era nato il 27 marzo).
Successivamente l'opera fu riutilizzata una prima volta il 30 novembre 1726 (o 1725) come cantata di auguri - Steigt freudig in die Luft (BWV 36a) - per la principessa Charlotte Friederica Wilhelmine di Anhalt-Köthen, e una seconda volta - Die Freude reget sich (BWV 36b) - per una manifestazione accademica, probabilmente per il compleanno (28 luglio 1735) di un altro professore universitario, Johann Florens Rivinus (1701-1761). In entrambi i casi si deve supporre che sia stato l'autore stesso del testo (Picander ?) a rielaborare i versi, senza modificarne per altro la struttura metrica, tenendo conto delle due diverse circostanze.
Nel frattempo Bach aveva provveduto a modificare la cantata profana in cantata sacra, dandone due diverse stesure, la prima delle quali (BWV 36A) risalente agli anni compresi fra il 1726 e il 1730 e formata da 5 numeri, mentre la seconda (BWV 36B), costituita da 8 numeri, venne eseguita il 2 dicembre 1731 (Prima Domenica di Avvento).
Delle varie elaborazioni cui l'opera è stata sottoposta, quelle per noi significative sono la prima versione profana (1725) e la seconda versione sacra (1731). Per quanto concerne la versione originale, sarà sufficiente dire che essa è formata da due cori (nn. 1 e 9), quattro recitativi (nn. 2,4, 6, 8, uno per ciascuna delle 4 voci soliste) e tre arie (nn. 3, 5, 7), rispettivamente per tenore con flauto traverso, per basso con violini e per soprano con viola d'amore. I cori e le arie si ritroveranno senza modifica alcuna nelle due versioni sacre (anche l'organico strumentale rimane praticamente inalterato, con la sola aggiunta di un secondo oboe d'amore e la sostituzione della viola d'amore con un violino nell'aria del soprano).
Alberto Basso