Man singet mir Freuden vom Sieg (Con gioia si canta della vittoria), BWV 149
Cantata in re maggiore per soli, coro e orchestra
Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Testo: Picander (Christian Friedrich Henrici)
Occasione: festa di san Michele
- Man
singet mit Freuden vom Sieg
Coro in re maggiore
per coro e tutti gli strumenti
Riutilizza il Coro n. 15 della Cantata
BWV 208
- Kraft
und Stärke sei gesungen
Aria in si minore per
basso violin solo e continuo
- Ich
fürchte mich vor tausend Feinden nicht
Recitativo in mi minore/re maggiore per contralto e continuo
- Gottes
Engel weichen nie, sie sind bei mir
Aria in
la maggiore per soprano, archi e continuo
- Ich
danke dir, mein lieber Gott, dafür
Recitativo
in do maggiore/sol maggiore per tenore e continuo
- Seid
wachsam, ihr heiligen Wächter
Aria (duetto) in
sol maggiore per contralto, tenore, fagotto e continuo
- Ach
Herr, lass dein lieb Engelein
Corale in do
maggiore per coro e tutti gli strumenti
Organico:
soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, 3 oboi,
fagotto, 3 trombe, timpani, 2 violini, viola, continuo
Composizione: Lipsia, 1728
Prima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 29 settembre 1728
Edizione:
Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1884
La Cantata Man
singet mit Freuden von Sieg ("Con gioia si canta della
vittoria") BWV 149, ha un carattere festoso. Si tratta di una Cantata
scritta per la festa di San Michele e trattata da Bach con i tratti
tipici della musica militare, nella quale l'elaborazione
contrappuntistica è praticamente assente e il coro ha un
andamento essenzialmente omofono. Non bastano pochi passaggi di
imitazione in forma di canone per modificare questo aspetto della
musica, e del resto già la scelta di utilizzare, per la
pagina di apertura, il finale di una delle sue composizioni
più esuberanti, la cosiddetta Jagdkantate
("Cantata della caccia") BWV 208, mostra come Bach avesse in mente il
modello di un andamento vocale e strumentale basato su criteri di
semplificazione e di spettacolarità. Naturalmente, i corni
da caccia della Jagdkantate
vengono sostituiti, qui, da trombe e timpani, strumenti che costringono
a trasportare la tonalità dal fa al re maggiore, dettaglio
che incrementa ulteriormente la luminosità dell'effetto
d'insieme.
Tre sono le arie, ciascuna molto diversa dall'altra. La prima
(n. 2), affidata alla voce di basso, ha uno stile vocale declamato che
si erge sopra una parte molto elaborata del fagotto in funzione
concertante: un ruolo che lo stesso strumento ricoprirà
anche nell'aria "Seid
wachsam, ihr heiligen Wächter", che ha la forma
di un duetto vocale in canone su un ritmo danzante (n. 6). Questo
rinvio ai ritmi della danza è più accentuato,
però, nella seconda aria (n. 4), la cui vicinanza con lo
stile vocale tipico del teatro d'opera è segnalata anche
dalla presenza della ripetizione "da capo".
Stefano Catucci
(1)
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Filarmonica Romana,
Roma, Teatro Olimpico, 16 ottobre 2003
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Ultimo aggiornamento 27 giugno 2013