Das neugebor'ne Kindelein (Il fanciullino appena nato), BWV 122

Cantata in sol minore per soli, coro e orchestra

Musica: Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Testo: Cyriakus Schneegaß
Occasione: domenica dopo Natale
  1. Das neugebor'ne Kindelein
    Coro in sol minore per coro, 2 oboi, corno inglese, archi e continuo
  2. O Menschen, die ihr täglich sündigt
    Aria in do minore per basso e continuo
  3. Die Engel, welche sich zuvor vor euch als vor Verfluchten scheuen
    Recitativo in sol minore per soprano, 3 flauti e continuo
  4. a. Ist Gott versöhnt und unser Freund
        Aria in re minore per contralto, archi e continuo
    b. O wohl uns, die wir an ihn gläuben
        Trio in re minore per soprano, contralto, tenore, archi e continuo
  5. Dies ist ein Tag, den selbst der Herr gemacht
    Recitativo in si bemolle maggiore/sol minore per basso, archi e continuo
  6. Es bringt das rechte Jubeljahr
    Corale in sol minore per coro, 2 oboi, corno inglese, archi e continuo
Organico: soprano, contralto, tenore, basso, coro misto, 3 flauti, 2 oboi, 2 violini, viola, continuo
Composizione: 1724
Prima esecuzione: Lipsia, Thomaskirche, 31 dicembre 1724
Edizione: Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1875
Guida all'ascolto (nota 1)

Fin dalla seconda metà del Seicento il termine di "cantata" servì a definire un brano diviso in più parti e con accompagnamento strumentale. Ma, mentre nell'opera e nell'oratorio, gli altri due importanti generi della composizione vocale del tempo, predominavano gli elementi drammatici ed epici, la cantata assunse un aspetto meno aulico e fastoso e seguì una linea espressiva più spiccatamente lirica. Se, come sembra ormai accertato, il madrigale e la canzonetta diedero origine alla cantata italiana profana, specialmente nelle due forme di cantata solista e duetto da camera, bisogna ricordare che alla base della cantata da chiesa tedesca c'erano i mottetti concertanti e le elaborazioni concertanti di canti chiesastici. I primi prendevano comunemente lo spunto da un versetto del Vangelo o delle Epistole, e talvolta anche da un Salmo, cioè da un testo in prosa; le altre invece si valevano di un intero canto chiesastico. In origine però le cantate non erano molto articolate e non avevano quella precisa rifinitura formale che assunsero in seguito con il contributo e l'esperienza bachiana. In esse si alternavano le parole della Bibbia, che costituivano il testo in prosa, agli squarci corali in cui venivano rielaborate intonazioni liturgiche e melodie di canti chiesastici. Fu il pastore protestante Erdmann Neumeister ad ampliare nel 1700 il linguaggio della cantata, introducendovi le forme dell'opera, in particolare il recitativo e le arie con il da capo. Lo stesso Neumeister nella prefazione alle sue "Geistliche Cantaten statt einer Kirchenmusic" ammise esplicitamente di aver scritto le sue cantate con il pensiero rivolto alla predica domenicale e che la loro forma non era altro che un brano operistico, cioè una successione di recitativi e arie.

Nel periodo in cui svolse a Weimar le funzioni di Konzertmeister (1714-1717) Bach adottò questa nuova forma di cantata e accettò la collaborazione del librettista Salomo Franck che, oltre ad essere il segretario del concistoro di quella città, era un fedele seguace delle innovazioni apportate da Neumeister. Inizialmente la cantata bachiana eseguita prima e a volte anche dopo la predica nella messa, si articolava nel seguente modo: il brano di apertura era una fuga per coro o un tempo concertante con coro, di solito su un passo della Bibbia; seguivano quindi i recitativi e le arie, inframezzati a volte da ariosi o da duetti, per terminare con la strofa di un canto chiesastico costruita in modo semplice e lineare. Successivamente quando Bach si stabilì a Lipsia dal 1723 in poi e ricoprì l'ufficio di "Cantor e director musices" nella celebre Thomasschule, sviluppò e ampliò notevolmente la forma della cantata, introducendovi dialoghi fra due personaggi allegorici (la cosiddetta cantata corale), arie, ariosi, melodie caratteristiche di danza che servivano a rendere la composizione più varia e meno pesante e arricchendo notevolmente la strumentazione con l'espansione dei ritornelli delle arie: un procedimento in cui Bach riversa in modo prepotente la sua fantasia inventiva, superando di gran lunga tutti i contemporanei.

A Lipsia Bach compose cinque Annate complete di cantate sacre, ma a noi ne sono rimaste appena duecento che si aggiungono alla trentina di cantate profane e che non differiscono molto strumentalmente dalle prime, anche se il loro scopo era diverso ed era rivolto a festeggiare matrimoni e occasioni liete e tristi di principi e personaggi illustri della società tedesca del tempo. Una produzione estesa e di notevole impegno in cui, pur se a volte diverse composizioni erano dettate da motivi contingenti e occasionali e dalla necessità di non perdere lo stipendio annuo di settecento talleri (esclusi gli incerti saltuari), Bach rivela la sua originalità e genialità, insieme a quella profondità e sincerità interiore che gli derivava dalla sua tenace e incondizionata fede nel pietismo.

* * *

I maestri di fede luterana predisponevano la composizione delle cantate in cicli organici che coprivano l'intero anno liturgico e prendevano il nome di "annate". Di tali cicli composti da Bach soltanto tre sono pervenuti sino a noi: i primi due in maniera quasi completa e risalenti al periodo 1723-'24 e 1724-'25, mentre il terzo (1725-'26) presenta varie lacune. Ogni ciclo o annata comprende un numero di cantate che varia in funzione della datazione della Pasqua, la festa più importante dell'anno in quanto celebrativa dell'evento centrale della Cristianità, cioè la Resurrezione. Il compito di Bach è stato quello di scrivere delle cantate strettamente collegate alla celebrazione liturgica delle varie feste e per tale ragione esse si ispirano alle letture del giorno (Epistola e Vangelo) e sono intessute di richiami e citazioni ricavate dai testi dell'Antico e del Nuovo Testamento.

La Cantata "Das neugeborne Kindelein" BWV 122 fu composta per la festività di Natale del 1724, come è indicato nel sottotitolo (Kantate am Sonntag nach Weihnachten), e non presenta particolari annotazioni di rilievo sotto il profilo della forma, in quanto rispetta la struttura classica di questo genere poetico, con strofe, recitativi e corali. Il coro iniziale, nella tonalità sol minore-sol maggiore, ha un carattere più intimo che solenne, reso evidente anche dai morbidi impasti strumentali. L'aria dei basso, nella tonalità di do minore, esprime prima un sentimento di sofferenza e poi di gioia, secondo le regole della tradizione teologica che vuole l'umanità redenta dall'intervento della divinità. Tre flauti a becco sottolineano versetto per versetto il corale e il successivo intervento del soprano conferisce un tono di estasi all'intero brano.  Molto efficace nella armonica fusione degli accenti sia umani che trascendenti è il Trio cantato da contralto, soprano e tenore sfociante in una sensazione di concretezza terrena nelle parole "Gott ist mit uns und will uns schützen" (Dio è con noi e ci proteggerà). Un tema agitato e vigoroso conduce al coro finale, dalla scrittura omofona armonizzata a quattro voci e simile ad un'aria di danza. Nell'organico strumentale di questa Cantata è previsto, fra l'altro, un oboe da caccia insieme al violone e a tre flauti a becco.


(1) Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Roma, Auditorio di via della Conciliazione, 21 dicembre 1984

I testi riportati in questa pagina sono tratti, prevalentemente, da programmi di sala di concerti e sono di proprietà delle Istituzioni o degli Editori riportati in calce alle note.
Ogni successiva diffusione può essere fatta solo previa autorizzazione da richiedere direttamente agli aventi diritto.


Ultimo aggiornamento 15 luglio 2014