ATTO PRIMO
Una spaziosa camera da letto, arredata con semplicità, ma non senza gusto.
- A sinistra una porta che conduce al di fuori. - A destra, porta verso
il fondo che conduce negli appartamenti superiori, e un'alcova nella
quale è visibile un gran letto per una sola persona. Una tavola a
destra: un'altra tavola nel fondo. - A sinistra, una gran finestra con
balcone che dà sulla campagna. Alcune valige di cuoio per terra, non
lontano dalla finestra. È quasi la mezzanotte. - Una lampada rischiara
la stanza.
La vecchia Serva e la Governante.
(La vecchia Serva ha in mano un vassoio con un servizio da
thé).
LA GOVERNANTE
(alla serva)
Piano, che non si versi!
LA SERVA
Dove lo metto?
LA GOVERNANTE
(aiutando la serva a deporre il vassoio su di una tavola)
Qui... Così!... Ed ora al letto... Vieni ad aiutarmi...
(le due donne si avvicinano all'alcova e preparano il letto)
LA GOVERNANTE
Così sta meglio.
LA SERVA
Certo
LA GOVERNANTE
I padroni, fra poco, torneranno. Caterina dov'è?
LA SERVA
È giù in giardino.
LA GOVERNANTE
(scrollando il capo)
Sempre in ozio colei!
(va alla finestra e chiama)
Caterina !... Caterina!...
Dette e Caterina.
CATERINA
(entrando dalla porta di sinistra)
Eccomi qui...
LA GOVERNANTE
(con aria di rimprovero)
Dove sei stata?
(Caterina non risponde)
È quasi mezzanotte e la messa di Pasqua è ormai finita! Fra un istante
i padroni saran qui.
CATERINA
(timidamente)
Ero giù ad aspettarli... Mancan dieci minuti... Esce di già qualcuno
dalla chiesa!...
(va alla finestra e guarda al di fuori)
Che
silenzio!... che pace!... E che notte serena!... Come brillan le
stelle!... L'aria è tutta un profumo... è imbalsamata!... Com'è bella
la vita!
LA GOVERNANTE
(ironica, additando Caterina alla serva)
Poetica la signorina!
CATERINA
(avvicinandosi)
Dimitri – nevvero – tornerà colla zia?
LA GOVERNANTE
E come no?
(mettendo un dito sulle labbra e ascoltando l'orologio che
batte la mezzanotte)
Sss!... Silenzio!... Cristo è risuscitato!
CATERINA
Cristo è risuscitato!
LA SERVA
Cristo è risuscitato!
(le tre donne si baciano)
CATERINA
(tornando alla finestra)
Escon tutti di chiesa... Quante lanterne solcano la notte!... Ed ora
cantano... Udite?
(risuonano i canti in lontananza)
CATERINA
(lasciando la finestra, avvicinandosi alla Governante e
indicando il letto)
Dormirà là?
LA GOVERNANTE
Sicuro!
CATERINA
(guardando le valige di cuoio che si trovano per terra)
Sono le sue valige?
LA GOVERNANTE
Appunto.
CATERINA
(con gioia quasi infantile)
Come sono belle... come sono lucenti!... Hanno le iniziali d'oro!
(chinandosi a terra per osservarle meglio e leggendo le
iniziali in oro)
Dimitri... Ivanovitch... Nekludoff... Il nostro padroncino!
LA GOVERNANTE
Come s'è fatto uomo!
CATERINA
E bello!
LA GOVERNANTE
Io che l'ho visto nascere!... Bah! come passa il tempo! Ahimè!
CATERINA
Resta qui molti giorni?
LA GOVERNANTE
No! Partirà domani...
CATERINA
(dolorosamente meravigliata)
Domani?!
LA GOVERNANTE
Sì, va alla guerra contro i Turchi... pare.
CATERINA
(con spavento)
Alla guerra?... E sua zia gli permette di partire?
LA GOVERNANTE
(beffandosi di Caterina)
Oh! oh! sciocca che sei! Dimitri è ufficiale della Guardia...
CATERINA
(mortificata)
Vi domando perdono... Ma badate, Matrena, c'è caduto qualcosa...
(si china a raccogliere una «farfalla» in cui era avvolto un
riccio e la porge alla Governante, con un sorriso birichino)
LA GOVERNANTE
(furiosa prendendo la «farfalla» dalle mani di Caterina)
Dà qui! dà qui! e scendi giù ad aspettare i padroni.
CATERINA
Vado... di corsa!
(esce correndo).
La Governante e la Serva.
LA GOVERNANTE
(seguendo Caterina con gli occhi)
Impertinente!
Da che sale sul cocchio dei padroni, si crede diventata una gran dama!
E la chiaman Katiusha ! Katiusha! Ah!... Quando penso ch'è entrata in
questa casa a cagion mia.
(S'ode dal basso un rumore di campanelli).
I padroni!...
(alla serva)
Corri... corri giù presto!... Ed io che non mi sono ancor disfatti i
ricci!
(corre via, comicamente, per la porta di destra verso il
fondo).
Sofia, Dimitri, Caterina e la Serva.
(Entra per prima Sofia, seguita da Dimitri. - Vengono dopo
Caterina e la serva)
SOFIA
(a Dimitri con leggera commozione)
Dimitri, figliuolo mio, la riconosci la tua stanza da letto? È quale
la lasciasti tre anni or sono...
DIMITRI
Sì,
la ravviso la mia cara stanza dei dì lontani! La tavola ove scrissi la
mia laurea è questa... E quello è il letto ove dormii fanciullo... E
là, sul muro, il pendolo fedele batte ancora i suoi colpi. Tutto è qui
pieno di ricordi dolci!... Oh! quante volte, a quel balcon ristetti,
mirando i campi, il fiume e il sol sorgente fra le nubi d'oro!...
(volgendosi teneramente a Sofia)
E chi m'apre la porta, sei tu ancor, buona zia!... Nulla, nulla cangiò!
SOFIA
(con dolce rimprovero)
Tu sei cambiato tanto!
DIMITRI
(scherzosamente)
Non ho che i baffi in più!
(in questo mentre, entra la Governante dalla stessa porta di
dove era uscita)
(scorgendo la Governante)
Oh, Matrena! Matrena i miei rispetti; sempre giovane... e fresca!
LA GOVERNANTE
(avvicinandosi a Dimitri)
Cristo è risuscitato!
(cerca di baciarlo)
DIMITRI
(ridendo)
Lo so... lo so!... Da un'ora, me lo dicono tutti!
SOFIA
(con rimprovero)
Oh! Dimitri!...
DIMITRI
Perdono, zia. Sì, dico anch'io: «Cristo è risuscitato!»... Chiedo
perdono a tutti... a voi, Matrena... a te, Katiusha bella
(guardando Caterina con ammirazione).
Ci siamo fatte grandi... e belle... e quanto!...
CATERINA
(arrossendo e abbassando gli occhi)
Signore!
DIMITRI
(insistendo)
E che veste elegante!
CATERINA
Mi son messa così pel dì di Pasqua...
DIMITRI
(sempre più in contemplazione dinanzi a Caterina)
Mia piccola Katiusha... mi sembri la Madonna!
SOFIA
(interrompendolo)
Son
contenta di lei. Da quando l'hai lasciata, molti progressi ha fatto. E
adesso è lei che mi fa la lettura e mi tien compagnia.
DIMITRI
Brava, Katiusha , brava!
CATERINA
(modestamente)
Oh la signora è sì buona!
LA GOVERNANTE
(fra sé indispettita)
Troppo con lei!
DIMITRI
(alla zia)
Ed ora, cara, va... va a riposarti...
(va verso il letto e smuove una coltre)
SOFIA
(con sollecitudine affettuosa)
Non avrai freddo?
DIMITRI
No, non credo.
SOFIA
Ah! i giovinotti! Sei mattiniero?
DIMITRI
No, non tanto.
SOFIA
(rivolgendosi alla Governante)
Matrena, avete inteso?
LA GOVERNANTE
Sì, signora.
SOFIA
(ripetendo)
Non tanto per tempo, domattina.
DIMITRI
(baciando la mano a Sofia)
A domani.
SOFIA
Buona notte, figliuolo.
DIMITRI
(a tutti)
Buona notte.
(Sofia, Caterina, la Governante e la vecchia serva escono
dalla porta in fondo)
Dimitri solo, poi Caterina.
DIMITRI
(rimasto
solo, si aggira nella camera e poi va alla finestra e l'apre: contempla
lo splendore della notte lunata e resta pensieroso, appoggiato alla
balaustrata del balcone; poi ascolta)
Qualcuno giù in giardino?... È Katiusha!...
(chiamando)
Katiusha... Katiusha!... vieni!... Sì...
(va dietro la porta in attesa febbrile)
Ah!...
(Caterina entra).
CATERINA
(con aria timorosa)
Voi m'avete chiamata?...
DIMITRI
Sì, son io!... Vorrei che m'aiutassi a disporre i guanciali.
(Caterina
si avvia verso il letto: Dimitri la segue. - Mentre essa si china per
prendere i guanciali, Dimitri l'afferra con moto improvviso e la bacia
sulla nuca)
CATERINA
(si svincola lentamente)
Che fate mai?!
DIMITRI
Che male c'è, Katiusha ?
CATERINA
È molto, molto male! lasciatemi andar via!...
(fa per andare)
DIMITRI
(trattenendola con dolcezza)
No! resta... resta!
CATERINA
(indecisa)
Deh! lasciatemi andare, per pietà!
DIMITRI
(attirandola a sé dolcemente e facendola sedere, poi
ritraendosi)
Ti
domando perdono!... Là, siedi. No, non temer, mia bella tortorella;
guarda, son lungi e sol mirarti vo'! Ah! se sapessi quanto ti sognai;
come il mio cor batteva, salendo queste scale, al pensier che t'avrei,
qui, ritrovata! E quando alfin ti vidi, ancor più bella, quando i tuoi
grandi occhi soavi, ridenti e fuggitivi, si fissaron nei miei, ah!
Katiusha, sentii regnarmi in core l'antico amor!... Mi credi?!
CATERINA
(commossa)
Sì,
Dimitri, ti credo! Al tuo cor che battea, battendo forte ha risposto il
mio cor! Io sol vivea per rivederti. Il mio pensier volava sempre
lontan, verso di te, da ignota forza spinto! E quando qui giungesti,
quando realtà divenne il sogno mio,... ah! Dimitri, dir non so quello
che provo... Di lagrime e sorrisi ho pieno il cor!...
DIMITRI
Ah, Katiusha , un sogno è questo! Ritrovarci, oggi, alfin dove ci
amammo. Sì, perché tu qui m'amasti ed io t'amai!
CATERINA
(come assopita nei dolci ricordi del passato)
Ah, Dimitri, se ti amai!
DIMITRI
Cara! Ricordi quella corsa sfrenata per i campi?
CATERINA
(con vivacità)
Io correvo, correvo; tu mi seguivi, invano cercando di raggiungermi...
DIMITRI
(ridendo)
Ma... a un tratto giù in un fosso, ricoperto d'ortiche, poverina
cadesti!
CATERINA
Lesto al soccorso fosti...
DIMITRI
Tra le braccia ti presi... ti deposi sull'erba...
CATERINA
E, mentre i capelli mi ravvivavo, tu, Dimitri, mi hai baciata!
DIMITRI
(quasi sfiorandole il volto)
Sulle labbra!...
CATERINA
(con dolce rimprovero)
Era male, molto male!... Eppure, Dimitri, non seppi serbarti rancor!
DIMITRI
Katiusha !...
(prendendola dolcemente per la mano la conduce verso la
finestra)
Cara,
mi sembra oggi quel giorno; tutto, tutto è qui pieno di noi, del nostro
amor! Là... guarda... ecco l'albero a cui stendevi invano la
piccioletta man...
CATERINA
E il boschetto di tigli, ove leggere amavi, laggiù appar tra le nebbie
che sperdendosi van... Un sogno è questo!...
DIMITRI
Un sogno!...
(breve pausa)
Che languor, che silenzio!...La notte, umida e calda, par che ci mandi
un soffio sovruman... Ascolta!...
CATERINA
(porgendo attenta l'orecchio)
È l'uccellin che canta tra le fronde...
DIMITRI
(estatico)
Tutta l'aria è impregnata da una nebbia leggera... Senti... questo
strano rumor?
CATERINA
È il ghiaccio che si sgretola sul fiume...
DIMITRI
Canta anch'esso, laggiù, la sua canzon!
CATERINA
Tutto rinasce!...
DIMITRI
È la primavera!
CATERINA
È la primavera!
(si ode in lontananza un canto di contadini)
Ascolta ancor!...
DIMITRI
Che è mai?
CATERINA
Sono i canti dei villici venuti a ricevere il pane benedetto
DIMITRI
È ver Katiusha ! oggi è Pasqua; dobbiamo baciarci sulla bocca!
CATERINA
No! Dimitri, solo i mariti si baciano o i fratelli: gli altri sulla
fronte.
DIMITRI
Sia!... Ma Katiusha è così piccola,... così piccola ell'è, che non c'è
posto su la fronte pel bacio!
(l'attira dolcemente a sé e la bacia sulla bocca)
CATERINA
(con grazia infantile, ingenua)
Non vedi, amor, che l'ho rialzata io?
DIMITRI
(cercando di baciarla ancora)
È ver!
CATERINA
(svincolandosi dolcemente, come colta da improvviso timore)
Dimitri, ho paura!...
DIMITRI
(attirandola a sé)
Vieni sul mio cor!
CATERINA
(resistendo debolmente)
Pietà!
DIMITRI
(stringendola con passione)
Amore! Caro, dolce mio amor!
CATERINA
(con dolore e paura)
Tu doman partirai, così lontano!
DIMITRI
Anima mia!...
CATERINA
(abbassandosi fra le braccia di Dimitri)
Dimitri, son tua, tutta tua!...
DIMITRI
Qui sul mio cor, sempre con te, diletta!
CATERINA
Oh caro oh amato, o cuore del mio cor!
DIMITRI
D'amor l'istante è questo!
CATERINA
L'attesa ora soave!...
DIMITRI
Vieni! Qual sogno è questo!
CATERINA
Il lungo sogno che sognammo insieme!
DIMITRI
(con una grande effusione d'amore)
Katiusha, è il dì che unisce i nostri cuori in un solo destin!...
ATTO SECONDO
A
destra, di traverso, il fabbricato della Stazione, di cui si scorge
l'interno illuminato. Una tettoia sporgente sovrasta al fabbricato,
dinanzi al quale si svolge un largo marciapiede riservato ai
viaggiatori. Il marciapiede è rialzato e dà accesso alla linea
ferroviaria, composta di due binari. Il primo di essi corre lungo tutta
la scena e, facendo una curva, si perde nella prima quinta a sinistra.
Il secondo, che non si vede, è separato dall'altro da un caseggiato pel
deposito delle merci. Una «passerella» in legno, destinata al passaggio
dei viaggiatori, attraversa la linea ferroviaria. In fondo della scena
a destra l'alto fanale rosso del disco. È notte. Nevica.
All'alzarsi della tela, Caterina e Anna sono sedute su una
panca, sotto la tettoia.
Caterina e Anna. Contadini.
CATERINA
(con accento di dolorosa stanchezza)
Quest'ora è eterna! Non passa mai!... Nevica sempre?
ANNA
(guardando la neve che cade in abbondanza)
Sempre!...
CATERINA
(avvolgendosi ancor più nello scialle)
Ho freddo... ho tanto freddo!
ANNA
(alzandosi)
Rientriamo nella sala.
CATERINA
(impedendoglielo)
No!... c'è troppa gente... mi conoscono...
(Si
apre la porta della sala della terza classe, e si scorgono contadine e
contadini raggruppati intorno alla stufa. Anna si avvicina alla porta e
guarda nella sala).
CONTADINI
(dal di dentro)
Oh, là, vecchio beone... hai finito di russare?
CONTADINI
Lo mettiamo sulla stufa a abbrustolire?...
CONTADINI
No! no!
(risate. Un impiegato viene dalla sinistra, entra nella sala
della terza classe e ne richiude la porta. Torna il silenzio).
CATERINA
(ad Anna che le è tornata accanto)
Verrà? Lo rivedrò?... Dimmi, sei certa? passerà di qui?
ANNA
Non
inquietarti, figlia mia; stanotte parte per Pietroburgo; l'ho saputo da
Tania. È tornato ferito dalla guerra; dovea restare dalla zia qualche
giorno, ma gli è giunto un dispaccio che l'obbliga a partire. Io sono
corsa ad avvisarti.
CATERINA
Ti sono tanto grata!... Sia benedetto il ciel! Alfin, or ora, potrò
parlargli. Dopo quel giorno non l'ho visto più!
ANNA
Oh, Katiusha , che cosa mai hai fatto!
CATERINA
(con tutta la passione)
Ah! L'amavo!... l'amavo!...
(poi agitata, febbrile, indicando le tenebre)
Guarda laggiù quei lumi che corron per la notte!... Guarda!... Son lumi
di slitta!... Che sia lui, Dimitri?
ANNA
Forse!...
CATERINA
(sempre più agitata, mettendosi una mano sul cuore)
Ah,
la mia angoscia è troppa.... è troppo il mio dolore!... Annina, senti:
s'ei non m'ascolta... se stanotte Iddio non ha pietà di me... io mi
getto sotto il treno!
ANNA
(con moto di terrore)
Taci! Che dici mai?!
CATERINA
(quasi in preda a un'allucinazione)
Senti!... Laggiù... come un rombo confuso, che riempie la notte di
un'ansia disperata? È il treno!... il treno!...
ANNA
(prestando l'orecchio)
No! nulla s'ode ancora...
CATERINA
Eppure, eppure lo sento, io!... E mi par che mi passi sul cor!
(Un
mujick attraversa la scena, in fondo, cantarellando. Egli è un po'
brillo e si tira dietro il carretto: lo segue una donna. S'apre la
porta della sala; un impiegato ne esce e va verso il fondo per mutare
un segnale, chiude la barriera, poi ritorna nella sala d'aspetto).
ANNA
Dopo quel giorno dunque,... non l'hai visto più?
CATERINA
No! partì all'alba... Mi disse: «Addio!»... Gli scrissi: non
rispose!... M'ha abbandonata!... orror!...
ANNA
Poi?
CATERINA
Poi...
quando nella casa s'accorser del mio stato, Sofia Ivanovna m'ha
cacciata via, via, sulla strada, come bestia infetta!... Maledetta io
son!... Maledetta!
ANNA
Spera, Katiusha; il Principe il suo dover farà.
CATERINA
(una nuova speranza le irradia il viso)
Sì,
non è vero? Dimitri m'ha amata tanto! Il suo cuore è sì grande!
Allorquando saprà da me ch'io porto in seno un bimbo... il bimbo suo...
oh! certo allora, non per me, ma per lui, il suo cuore sarà preso di
pietà, se non d'amor!
ANNA
Spera!
CATERINA
(presa di nuovo dal dubbio)
Eppure, eppure ha dovuto sapere lo stato in cui mi trovo! Ch'egli
parta? ch'egli parta così per non vedermi?...
ANNA
No, non pensarlo.
CATERINA
(singhiozzarlo)
Oh Dio! Dio di bontà! Quest'ora è eterna! non passa mai!... Nevica
sempre?
ANNA
Sempre!
(Anna, vedendo giungere i contadini, fa nascondere Caterina
dietro il fabbricato di sinistra)
Contadine e Contadini.
(i contadini e le contadine escono schiamazzando e ridendo
dalla sala d'aspetto)
1º CONTADINO
Quel cane rinnegato ha vinto la scommessa!
2º CONTADINO
Devi pagare!
1º CONTADINO
Pagherò!
2º CONTADINO
No! subito, se no ci scappi!
(risate)
1º CONTADINO
Ebbene, no: rifiuto! Voglio la rivincita!
2º CONTADINO
Bevi anche tu un litro?
1º CONTADINO
Sia!
CONTADINI
Alla prova! alla prova!
(tutti si affollano, ridendo e schiamazzando, attorno ai due)
CONTADINE
Non
c'è verso, hai ben perduto, vinto sei! Oh, non fosti troppo astuto;
pagar dèi!... Ora, un piccolo bicchiere se t'aggrada, ti concediam di
bere!... E se bere non vuoi, berremo noi!...
1º CONTADINO
Al diavol tutti!
(Tutti
si sbandano; alcuni rientrano nella sala d'aspetto; altri ancora
attraversano la passerella. - Un impiegato dà un segnale con una
campanella, che annuncia l'arrivo del treno. Dei gruppi attraversano la
passerella e spariscono; altri, salutando, s'allontanano dalla parte
opposta, ed escono dalla Stazione. - Caterina e Anna rientrano dalla
sinistra).
CATERINA
(presa da viva commozione)
Il treno arriva ed ei non giunge ancor!...
ANNA
(origliando)
Ascolta... parmi di udire un rumor di sonagli... Aspetta... vò a
veder...
(corre in fondo e ristà, spiando)
CATERINA
(dopo averla seguita cogli occhi e atteso invano un cenno di
lei, come tra sé e con infinito dolore:)
Non
viene! non verrà.!... Tornerò sola indietro, nell'asilo mio triste col
pensier del domani che ne l'ombra mi spia come una preda!...
(abbandonandosi al dolore)
Dio
pietoso, fa ch'egli venga alfin, che vegga il mio duol, del rio mio
destino tutto l'orror! che senta l'oscuro minacciar mortale che su di
me incombe, che mi strugge il core!... Oh, mio pietoso Iddio! Dio di
bontà suprema! Dio che sai e perdoni! Signore onnipossente, umil mi
volgo a te! Signor! Dio d'amor! Ascolta l'angoscia di un'anima che
muore!!...
(cade sfinita innanzi a un'Icona)
Dimitri, Nora, Caterina, l'Impiegato, poi Anna
DIMITRI
(internamente)
Presto cara, il treno!...
(Dimitri,
dando il braccio a Nora, elegantemente vestita, entra in scena dalla
sala d'aspetto; scherzando e ridendo attraversa la passerella e
scompare dietro il fabbricato di sinistra. - Caterina che un momento
prima, girando lo sguardo, aveva scorto la coppia e aveva fatto un
passo innanzi come per slanciarsi verso Dimitri, rimane impietrita,
senza credere agli occhi suoi: ma subito ha la visione rapida dello
sfacelo di tutta la sua vita se non riesce a parlare a Dimitri, e si
slancia sui suoi passi).
CATERINA
Infame! Infame! Maledetti entrambi!
(fa per passare il binario, ma un impiegato la ferma)
Lasciatemi passar!
L'IMPIEGATO
No, non si passa!
CATERINA
(con impazienza)
Perché?
L'IMPIEGATO
(con modi bruschi)
È troppo tardi!
CATERINA
Troppo tardi! Perché?
L'IMPIEGATO
Il treno parte.
CATERINA
(supplichevole)
Parte?!... Oh, per pietà, lasciatemi passare, ve ne supplico! Voglio,
voglio passare!
L'IMPIEGATO
Indietro!
(Caterina
cerca di passare a viva forza; l'impiegato l'afferra e la caccia
indietro brutalmente, in modo che Caterina cade a terra)
CATERINA
Vile!
(Caterina si rialza come trasognata)
CATERINA
Troppo tardi!... Sen va! sen va per sempre, via per la notte, sotto la
neve!... Non lo vedrò mai più... mai più!
(L'impiegato e qualche viaggiatore passano e se ne vanno; la
Stazione ridiviene a poco a poco deserta).
CATERINA
(con un grido angosciato e disperato)
Ah, no! voglio vederlo ancor!...
(si
slancia a traverso il binario, lo passa, e scompare, senza che Anna, la
quale è rientrata dal fondo, sia riuscita a trattenerla. Ma, subito, la
segue; e poco dopo s'ode, nella notte, la sua voce che chiama:)
ANNA
Katiusha! Katiusha!
(La
scena rimane vuota. Cade la neve. Nel gran silenzio compaiono Caterina
e Anna. Quest'ultima la sostiene amorevolmente e la trascina quasi a
forza. Sul primo binario si trova lo scialle che Caterina ha perduto.
Anna lo raccoglie e ne avviluppa la poveretta. Lentamente, lentamente,
le due donne vanno, senza pronunziar parola, fra le tenebre, verso il
villaggio. Un manovale spegne, sotto la tettoia, gli ultimi lumi).
ATTO TERZO
Una
stanza spaziosa, con due finestre nel fondo, a sinistra. Sul muro di
sinistra una vecchia Icona, collocata sopra un piedistallo di legno,
dinanzi alla quale brucia una candela e sotto alla quale pende un
vecchio mazzo di mortella. A sinistra una porta che conduce alla
Cappella. A destra due altre porte, una delle quali ampia, conduce al
dormitorio, l'altra serve di passaggio ai guardiani e ai visitatori.
Sempre a sinistra, nel fondo, vicino alle due finestre, una vecchia
stufa. Sopra la stufa alcune bottiglie d'acquavite e dei bicchieri di
latta. Panche e sgabelli. All'alzarsi della tela, la Korableva, scopa,
in lungo e in largo, la stanza. Alcune detenute, in piedi dinanzi alla
finestra che dà sul cortile, guardano passar giù i prigionieri. Altre
detenute, in un angolo, lavorano alle calze o a rattoppar cenci. La
piccola Feida s'attacca alle gonne dell'una, poi dell'altra. Caterina è
seduta su di uno sgabello, nel mezzo della prigione, immobile, muta,
guardando lontano con occhi smarriti. Fenitchka, accosciata accanto a
lei, la fissa con espressione compassionevole. L'Orsa, giovane, alta,
slanciata, bionda, coi capelli in disordine, gli occhi fissi, vitrei,
non cessa di camminare in lungo e in largo. Non vede e non ascolta
nessuno: tratto tratto getta dei gridi inarticolati da belva feroce.
La Korableva, gruppi di Detenute, la piccola Fedia, l'Orsa,
Caterina e Fenitchka, poi il Capo Guardiano.
1º GRUPPO
Ohé! testa rasata!
2º GRUPPO
Somiglia a un corvo spennacchiato!
3º GRUPPO
(alle prime, accennando giù)
E l'altro?... guarda quell'altro!
1º GRUPPO
Dove?
3º GRUPPO
Là... laggiù!...
1º GRUPPO
Ohé, ohé... San Giovanni! San Giovanni!
(grandi risate)
LA KORABLEVA
Non avete vergogna di parlare così?
(intanto
la piccola Fedia si mette a correre per la stanza, dall'una all'altra
detenuta, gridando: «Kiss!... Kiss!...Chi mi prende?» e poi scompare
per la porta del dormitorio)
LE DETENUTE
(volgendosi e rispondendo alla vecchia)
Perché, nobil matrona?
LA KORABLEVA
San Giovanni è un santo e i santi stanno in cielo!
LE DETENUTE
E tu stai sulla terra e ci stai bene!
1º GRUPPO
(alle altre, indicando la Korableva)
Non è ver che si vede, solo a guardarla?
(risate)
LA KORABLEVA
Svergognate che siete!
1º GRUPPO
Ha certi riccioletti che le piovon sul viso, come li han gli angioletti
volanti in paradiso!
LE ALTRE DETENUTE
(ridendo e facendo coro)
Volanti in paradiso!
LA KORABLEVA
(minacciosa ad una delle detenute)
Ma con te, brutta smorfia, ce la vedremo poi.
(risate)
(alle altre)
Siete musi da forca!
LE DETENUTE
Ah! siam musi da forca?
LA KORABLEVA
Sono meglio di voi!
1º GRUPPO
Cero, certo invero!
LE ALTRE DETENUTE
È più bella di noi!
LE DETENUTE
La sua bocca è uno scrigno che contien dei tesori! Ad ogni dolce ghigno
saltan le perle fuori!
LE ALTRE DETENUTE
Ricomincian le ingiurie, le eterne discordie!
LA KORABLEVA
Sfacciate! non ho denti?
(si slancia furibonda contro le detenute)
1º GRUPPO
No, che non ne hai!
LE ALTRE DETENUTE
Sai servirtene al caso?
1º GRUPPO
Sì, facci vedere.
LA KORABLEVA
(a una detenuta)
Bada che se mi tenti!...
LE DETENUTE
Che fai?
LA KORABLEVA
Vi sbrano tutte!...
LE DETENUTE
Ci sbrana tutte?! Aspetta! aspetta! aspetta!
(si slanciano contro la Korableva; il Capo Guardiano spalanca
rumorosamente la porta ed entra minaccioso)
IL CAPO GUARDIANO
Olà, che avvien?! Volete far silenzio o vi conduco in cella!
(fa
col gesto un'altra minaccia alle detenute e poi si ritrae. Le detenute
si calmano; la Korableva si sdraia sulla panca vicino alla stufa;
alcune detenute tornano a sedersi e ripigliano il lavoro in silenzio;
altre guardano ancora dalle finestre del fondo; una va a gettarsi,
piangendo, su di un letto nel dormitorio; altre attorniano la Korableva
e chiacchierano con lei)
LA PICCOLA FEDIA
(correndo scherzosamente per la scena)
Kiss... Kiss!... Chi mi piglia?
Dette, Caterina, la Gobba, la Rossa, poi il Capo Guardiano.
(la Gobba e la Rossa vengono dal dormitorio e si avvicinano a
Caterina)
LA GOBBA
(a Caterina)
Ti abitui a questa vita?
CATERINA
(come svegliandosi di soprassalto)
Ah no!... questo frastuono, queste grida!...
(accennando a l'Orsa che cammina su e giù)
E colei!... Ah, colei che somiglia a una bestia ferita che non si ferma
mai!... No! no! giammai mi abituerò!
LA GOBBA
Eppure ben lo dovrai.
CATERINA
(la testa fra le mani con profondo dolore)
M'han condannata, ahimè! Io mai l'avrei creduto! M'han condannata!
LA ROSSA
Ma è proprio vero? Non l'hai messo tu il veleno nel picchiere del
cliente? Sei davvero innocente?
CATERINA
(con impeto)
Se lo sono?... Fu la vecchia a fare il colpo, e io pago per lei! La
Siberia m'attende!... la Siberia!
LA ROSSA
Oh! disgraziata!
CATERINA
Banditi! assassini!
LA GOBBA
Condannata innocente!
LA ROSSA
E per quanti anni?
CATERINA
Vent'anni!
LA GOBBA
Vent'anni di Siberia!
CATERINA
Non ne ritornerò; morrò laggiù, certo! ne son sicura! lo sento!
LA GOBBA
A tutto ci si abitua, anima mia! Si vive anche in Siberia.
CATERINA
Io no; non potrò abituarmi mai! Io vivea nel lusso!
LA GOBBA E LA ROSSA
(e alcune detenute che si sono avvicinate)
Nella casa dov'eri?
CATERINA
Avevo
vesti di seta, e profumi, e gioielli!... e un letto, un letto molle, un
gran letto di piume! Si stava tanto bene! Ognuno mi faceva qualche
regalo, sempre! La volevano tutti, la Maslova!
LA GOBBA
Contro il voler di Dio, nessun può andare.
CATERINA
Lo so, zia. lo so, ma è ben crudele intanto!
(le detenute si allontanano da Caterina; entro il Capo
Guardiano e si indirizza a Caterina)
IL GUARDIANO
Avvicinati tu, tu, la Maslova!
CATERINA
(timidamente, alzandosi)
M'hai chiamata?
IL GUARDIANO
Sì, prendi, per te.
(le porge un pacchetto e delle monete d'argento)
CATERINA
Del tabacco, delle sigarette e due rubli d'argento!
IL GUARDIANO
La Katajeff te li manda.
CATERINA
(con gioia)
La mia antica padrona!... Si ricorda di me! Oh! com'è buona, com'è
gentile!...
(il Capo Guardiano la guarda un po', poi scrolla le spalle e
se ne va. Le detenute si fanno attorno a Caterina)
CATERINA
(con una sigaretta fra le mani)
Chi mi dà dei fiammiferi?
LA ROSSA
(accennando al lume dell'Immagine)
Accendi alla candela.
CATERINA
(va ad accendere la sigaretta, poi, con voluttà, ne aspira
alcune boccate)
Ah, finalmente!... Fa tanto bene!
LA ROSSA
Una anche a me!
ALCUNE DETENUTE
Anche a me! E a noi dunque?!
ALTRE DETENUTE
Dà qua!
(Caterina distribuisce sigarette a destra e a manca)
LA GOBBA
(cogli occhi accesi dal desiderio, accennando in fondo la
Korableva)
Oh di su, la Maslova, un bicchierino me lo paghi adesso?
CATERINA
Sì. volentieri.
LA GOBBA
Là,
dalla Korableva; è lei che tien bottega. Quattro cappelli in testa non
ha, ma è la più anziana e gode il privilegio di vender l'acquavite.
(si rivolge verso la Korableva)
Di' Korableva bella!
LA KORABLEVA
Che vuoi?
CATERINA
Portaci una bottiglia d'acquavite.
LA KORABLEVA
(piglia una delle bottiglie che stanno sulla scala, poi si
avvicina a Caterina)
Subito bella mia!
(Le detenute sono attorno a Caterina e sporgono avidamente i
loro bicchieri di latta)
ALCUNE DETENUTE
E a me?
ALTRE DETENUTE
E a me?
LA ROSSA E LA GOBBA
E a me?
CATERINA
Ce n'è per tutte! Ecco, prendete!
LA GOBBA
E per me nulla?
CATERINA
Sì, anche per te! per tutte!
(versa a ognuna l'acquavite)
Non c'è nulla nel mondo di più bello che il ber!
(alza trionfante la bottiglia e trangugia avidamente
l'acquavite)
FENITCHKA
(si avvicina a Caterina e le dice tristamente)
Oh, perché bevi quel veleno? Prendi del thé piuttosto. Per te l'ho
preparato. Prendi.
(le offre una tazza di thé)
CATERINA
Grazie... più tardi, sì, sì, più tardi!
FENITCHKA
Dammi ascolto, non bere!
CATERINA
Lasciami fare! Mi fa tanto bene e serve a stordirmi un poco!
(bevendo)
Ah. cani arrabbiati!... m'hanno condannata!
(già un po' brilla)
Oh chi, Fenitchka, mai l'avrebbe detto?...
(con una gaiezza falsa)
Quando tutti, laggiù, nella sala mi guardavano con certi occhi!...
Parevan dei clienti innamorati, in verità!
LE ALTRE DETENUTE
(avvicinandosi a Caterina e attorniandola)
Di', racconta! racconta!...
CATERINA
(sempre più accesa)
E
il Presidente, il vecchio Presidente dalla barba bianca, un solo
istante non staccò lo sguardo dalla veste mia, aperta intorno al collo,
il vecchio bamboccion!
(le altre ridono)
A un certo punto,
giuro, mi ha strizzato l'occhio, come per dirmi: «Aspetta, bimba mia,
non ti crucciar!... Penso io a trarti fuor da questi impicci... ma... a
un patto!...»
LE DETENUTE
Oh, possibile?
CATERINA
Sì, lo giuro, m'ha guardato così, il vecchio bamboccion!
LA ROSSA
Ah, sempre la stessa musica! Come il miel per le mosche, son le donne
per gli uomini!
LA GOBBA
(ridendo sardonicamente)
Ah, ah!... Veh! chi parla! Ah, ah!...
CATERINA
(cupamente)
Ed or, tutto è finito!
Il Capo Guardiano, un Guardiano e tutte le detenute.
IL CAPO GUARDIANO
(entrando seguito da un guardiano)
Al posto per l'appello! Silenzio! Tutte alla messa.
(con un taccuino in mano, legge i nomi delle detenute e ne fa
man mano l'appello; ogni detenuta chiamata si mette in fila)
La
Korableva, Anna Pietrovna, Fenitchka, la Rossa, l'Orsa, Sofia la Bella,
la Gobba, Marila, Vera, Tatiana Dimitrovna, Annutchka, la Maslova,
Fedia, Tania, Sofia, Maria Paulovna, Stanislava, la Guercia, Ellunia
Petrovna, Ninì, Dosia. Via!
(finito l'appello, il corteo delle
detenute, scortato dal Guardiano, s'incammina lentamente per la porta
di sinistra, verso la Cappella. - Il Capo Guardiano riesce per la porta
di destra).
Il Principe Dimitri Ivanovitch Nekludoff e il Capo Guardiano.
(Il Capo Guardiano entra dalla porta di sinistra, precedendo
Dimitri)
IL CAPO GUARDIANO
Le prigioniere sono nella Cappella; la donna che cercate, fra qualche
istante sarà qui.
DIMITRI
Sta bene.
(Il Capo Guardiano esce).
Dimitri solo, poi Caterina e il Capo Guardiano.
DIMITRI
(volgendo attorno lo sguardo)
Ecco, è qui ch'ogni speranza muor!...
(Caterina
entra a piccoli passi, quasi con circospezione, curiosa; un po'
febbrilmente si aggiusta un fazzoletto a colori, con un resto di
civetteria, poi si avanza sorridente verso Dimitri)
È lei! Coraggio!
CATERINA
Buon giorno, signore!
DIMITRI
Buon giorno, Katiusha !
CATERINA
(trasalendo)
Katiusha ? Non capisco! Aspettate che chiuda la finestra, fanno tanto
rumor giù nel cortile.
(va a chiudere la finestra e ritorna).
DIMITRI
Non mi riconosci?
CATERINA
(fingendo di non riconoscerlo)
No!... Chi sei?... Che vuoi da me?... Non son colei che cerchi! Io son
la Maslova!
DIMITRI
No, guardami ben; rammenta. Katiusha sei ancora oggi per me! Dimitri
son io!
CATERINA
(fingendosi sorpresa)
Dimitri?
DIMITRI
Ti
rammenta... Sì, quei che dal destino fu un dì da te diviso e ch'or
ritorna a te! Katiusha, sì, Dimitri son io!... So che innocente sei,
so ch'è la sorte ingiusta che t'ha condotta qui! So tutto! Ed ho
giurato a me stesso di salvarti, di strapparti alla Siberia!
CATERINA
(con volubilità)
Bah! se fai questo, sei davver gentile! Ma dove m'hai rivista?
DIMITRI
Là, nella sala d'udienza! Ero giurato al tuo processo!
CATERINA
Là, nella sala del processo? Tu c'eri!? Strano caso! E mi hai
riconosciuta, e sei venuto qui!?
(con un sorriso)
Sei davvero gentile!
(Dimitri, sorpreso e rattristato, la contempla pietosamente)
Come
mi guardi!... Di'... senti... poiché non mi disprezzi, se ancor ti
piaccio un poco, un piccolo favore chiederti vorrei... qualche
rublo!... non molti... una diecina, sai! Così qualche cosuccia ci si
può comprar; un po' di sigarette che mi piaccion tanto... e qualche
bicchierino...
Così la vita appar meno grama e non si
pensa!... La mia antica padrona m'ha mandato anche lei, oggi, due
rubli, ma... sai... son già sfumati!
(ride sfacciatamente, poi ritorna carezzevole)
Di'... puoi far questo per me?... se ancor ti piaccio un poco!...
DIMITRI
(affranto)
Certo che posso!
(estrae dal portafoglio un biglietto e lo porge a Caterina)
CATERINA
(prendendo il biglietto)
Grazie, or lo metto al sicuro.
(va a nasconderlo dietro la stufa)
DIMTRI
(con gran dolore)
Ohimè,
perduta ell'è, l'anima è morta! Destarla certo non potrò più mai! Che
far?... Meglio lasciarle forse del danaro... andarmene... No!... È il
mio Calvario ch'oggi incomincia!
CATERINA
(ritorna giocosamente presso Dimitri; ha ripreso nel suo
nascondiglio la bottiglia di acquavite)
Se lo trovano, son brave!
(beve a sorsi l'acquavite)
DIMITRI
Che cosa bevi?
CATERINA
È acqua di caffè... brucio dalla sete!
(con un sorriso adescatore, facendosi presso a Dimitri)
Di'... siam soli!...
(ride)
DIMITRI
(ritraendosi)
No,
Katiusha, non ridere così!... Pensa a quel ch'io fui per te! pensa a
quel dì lontano del nostro amor, del nostro grande amore! Non ricordi
quel tempo, quell'april della vita, quell'incanto, quei sogni, quella
speme infinita? E, se un giorno, un delitto di quel sogno ne feci, se,
indifesa, l'amore sul mio cor ti gettò, deh! perdona al mio fallo! deh!
ritrova in te stessa la Katiusha d'allor!...
CATERINA
(quasi divagando)
Ah
sì!... Sei Dimitri... mi ricordo adesso! sì! tutto ricordo! Un
giorno... un giorno... finito era l'april... gli uccelli nel giardino
taceano, e lungi il fiume era tutto ghiacciato ed anch'esso tacea! Sì,
ricordo!... una notte lontana!... la neve cadea!... ad attendere il
treno venni...
DIMITRI
Che mai dici?
CATERINA
Oh, che notte d'inferno!...
DIMITRI
Che!? quella notte?
CATERINA
Ma non per te, no!
DIMITRI
Eri tu!?
CATERINA
Tu avevi una donnina per tenerti caldo...
DIMITRI
Ahimè!
CATERINA
E non m'hai vista, e ridevi, e facevi il cascamorto...
DIMITRI
Ah! Katiusha mia!
CATERINA
Eppure, là, presso a te, c'era colei che portava in seno il figlio
tuo!...
DIMITRI
(con ansia terribile)
Il figlio mio?... Che dici? Parla!... Un bimbo avesti?... Dov'è?...
Parla!... Dov'è?...
CATERINA
(con profondo dolore)
La sorte è stata di te più pietosa... È morto!
DIMITRI
Morto!...
Oh, Dio crudele e giusto!... Ah, povera Katiusha , sì comprendo,
perdonarmi giammai tu non potrai!... Eppur m'ascolta... Io son pronto a
farti mia sposa.
CATERINA
(con grande stupore)
Sposarmi?...
DIMITRI
Sì.
CATERINA
Tu?!...
(scoppiando in una gran risata)
Ah,
ah ,ah!... È troppo buffa!... Il principe Dimitri Nekludoff! Ah, ah,
ah! ha l'onore di chiedere la mano di madamigella Maslova!... Ah, ah,
ah!...
DIMITRI
No, Katiusha! Sento, dinanzi a Dio, il dovere di farlo!
CATERINA
(cessando di ridere e divenendo subitamente furibonda)
Ed
ora parla di Dio!... qual Dio?... Avresti fatto meglio a pensare quel
giorno al tuo buon Dio! Ricordi, di'?... Centro rubli m'hai fatto
scivolar nella mano e partisti!... Così tu m'hai pagata!... Di', ti
ricordi, di'?...
DIMITRI
Ah, Katiusha, calmati!
CATERINA
Non ho bisogno di calmarmi. Credi che sia briaca?... Ebben sì, lo sono,
ma so quel che dico!...
(ritraendosi)
No, non voglio che mi tocchi!... Va!... Va!... Ah, perché non sono
morta?...
(scoppia in singhiozzi altissimi e cade a terra convulsa; il
Capo Guardiano accorre e fa per accostarsi a Caterina).
DIMITRI
(al Capo Guardiano, trattenendolo)
No, lasciatela stare. È cosa che riguarda me. Andate!
(Il Capo Guardiano si ritrae nel fondo. Dimitri contempla con
infinita tristezza Katiusha che piange sempre, stesa al suolo)
Piangi,
sì, piangi, sfoga il tuo dolor, povera anima in pena, a cui han fatto
tanto male! Versa l'angoscia tua, povero cor, povero cor, lacero e
affranto!... Nelle lagrime tue piange l'immenso dolore della vita!....
Piangi, sì, piangi!... Io piango con te.
(Caterina si rialza lentamente, ma rimane sempre a terra,
appoggiata alla panca)
IL CAPO GUARDIANO
(avvicinandosi a Dimitri)
È l'ora d'andar via.
DIMITRI
vengo subito.
(a Caterina, con grande dolcezza)
Ritornerò domani. Spero di ritrovarti più tranquilla. Addio...
(tornando a lei)
Ah, aspetta... prendi...
(estrae di tasca una fotografia, la porge a Caterina)
È
una fotografia. Forse ti sarà caro di riaverla. Guarda, la
riconosci?... Vedi, Katiusha, sei tu... tu, nel giardino della zia...
ricordi?... Conservala!... a domani!...
(esce seguito dal Capo Guardiano)
(Caterina accenna debolmente col capo di sì, prende la
fotografia, se la mette in grembo e la fissa con occhi smarriti)
CATERINA
(guardando fissamente la fotografia)
Sì,
son io! Ecco la casa, e il boschetto di tigli, e il giardino. Com'è
grande! Il giardino che gli uccelli in primavera riempian di canti!...
E in fondo, là, quel che luccica, è l'acqua del fiume che scorrea
laggiù! Guarda, Katiusha, guarda com'eri bella! Quanto tempo passò!...
(Caterina si addormenta reclinando la testa sulla panca. La
fotografia le cade di mano; nel sonno piange).
ATTO QUARTO
Una
fermata di deportati politici, in Siberia. Una strada: in fondo il
fiume. A sinistra una capanna miserabile. Un suono di campane va
morendo lentamente, dolcemente, mentre si eleva un canto lontano.
Alcuni deportati politici, in gruppi, passano pel fondo, scortati da
cosacchi.
Kitzloff, Caterina, Vera, Simonson e alcuni Deportati.
UNA VOCE LONTANA
Oggi, è sereno il ciel, senza procelle.
Stanotte, di lassù,
scintilleranno gli occhi delle stelle!...
Lassù!... Lassù!...
Oggi, il mio cuor ti sogna, amore mio!
Stanotte, fin laggiù,
verrà a cercarti, verrà a dirti «addio!»
Laggiù!... laggiù!...
(Simonson
e Katiusha appaiono. Essi fanno parte del convoglio dei condannati.
Depongono i loro sacchi per terra e vi siedono sopra ascoltando
tristemente i canti lontani)
(Da molto lontano si ode un canto monotono; è il convoglio
dei condannati comuni che passa)
SIMONSON
Li
sentite, Katiusha? È tutto il dolore umano che passa e canta!
Colpevoli non sono! Un oscuro voler nati malvagi li ha, o lo son
divenuti pel mal volere degli altri! E sen vanno, sen vanno! Non si
debbono odiar, no! si debbono amar!
(ispirato e con grande sentimento)
Oh!
Katiusha, che sogno saria sacrar la vita intera a quest'opera sublime,
a quest'opra d'amor! Viver per consolare ogni dolore umano, e dare la
speranza a chi privo ne fu! un po' di amor donare ad ogni afflitto cor,
e dire ad ogni misero: «Fratello mio, tu sei!» Oh! Katiusha , che sogno
saria! Ascoltatemi ancora. Vorrei dirvi...
CATERINA
Dite Simonson, dite!...
SIMONSON
(abbassando il capo, diventa timido d'un tratto)
Nulla... Più tardi!...
VERA
(entra in scena sostenendo Kritzloff chiamando con spavento)
Simonson!... Katiusha !... Kritzloff si sente male!... Un po' di neve,
presto!
(Simonson e Katiusha accorrono; Simonson esce subito per
cercar la neve)
CATERINA
Forse avrà freddo! Vo' a prendere uno scialle!
(esce correndo verso i condannati; Simonson ritorna con un
po' di neve)
VERA
(a Krizloff, amorosamente)
Kritzloff! Kritzloff!
KRITZLOFF
(con voce debole)
Grazie, mi sento meglio!
Vera, Kritzloff, Simonson, Dimitri, l'Ufficiale, poi Caterina
(entrano Dimitri e l'Ufficiale, conversando)
L'UFFICIALE
Avete fatto buon viaggio?
DIMITRI
Eccellente, grazie.
(scorgendo Kritzloff a metà disteso per terra)
O Dio! povero Kritzloff!
(si avvicina a Vera e a Kritzloff)
L'UFFICIALE
A che pro?!... Meglio morto!...
(L'Ufficiale, rimasto solo, scrolla le spalle e se ne va)
DIMITRI
(sorridendo)
Buon giorno.
VERA
Oh, buon giorno.
KRITZLOFF
Così. E voi? Da qualche tempo ci mancate.
DIMITRI
Non han voluto lasciarmi passare!
VERA
Cercate forse Katia ?...
DIMITRI
Sì.
(Caterina giunge sollecita, ripiegando accuratamente un
grande scialle)
VERA
Eccola lì, guardate. Sempre in faccende.
DIMITRI
(affabilmente)
Buon giorno, Katiusha !
CATERINA
(un po' confusa)
Buon giorno.
DIMITRI
Stavi lavorando?
CATERINA
(con dolcezza)
Sì. Ho ripreso il mio antico.
DIMITRI
(fissandola intensamente)
Già, lo vedo.
CATERINA
(a Vera)
Ecco lo scialle.
VERA
(avvolgendo Kritzloff collo scialle)
Grazie.
KRITZLOFF
Vorrei scaldarmi un poco.
(a Dimitri)
A più tardi.
(Kritzloff, sostenuto da Vera e da Caterina, si allontana dal
fondo; Dimitri, pensieroso segue il gruppo collo sguardo)
Dimitri e Simonson, poi l'Ufficiale.
(Simonson quando il gruppo è fuori di scena, si avvicina a
Dimitri, rispettosamente, ma senza umiltà)
SIMONSON
Vorrei parlarvi.
DIMITRI
(un po' sorpreso)
Dite.
SIMONSON
Sapendo tutto quanto vi lega a Caterina Mikaïlovna, credo sia mio dover
di dirvi... che l'amo!
DIMITRI
(sorpreso e inquieto)
Voi?...
SIMONSON
Son risoluto a chiederle se vuole divenire mia moglie. Ma essa, son
sicuro, senza il vostro consenso nulla deciderà.
DIMITRI
(seccamente)
Essa è libera di fare ciò che vuole!
(volge le spalle sdegnosamente)
SIMONSON
Ma allora, d'oggi in poi, affidatela a me, rinunciate per sempre a lei;
partite!
DIMITRI
Ho detto ch'essa è libera rispetto a me, non io rispetto a lei! E se
v'ama e l'amate...
SIMONSON
(interrompendolo)
Oh,
no, no!... non crediate almeno che sia un volgare capriccio quel che mi
lega a lei! no, non pensatelo, ve lo giuro. Quando la vidi, una voce mi
disse: Eccola, è lei! lei che t'invia dal baratro di mille pene
ingiuste, di mille ingiuste angosce, il tuo destin! Ah!... c'era negli
occhi suoi tanta tristezza, tanta pena, tanto dolor... Sì, dissi: «È
lei» e l'amai da quel giorno! Come un'amica, come una sorella, come una
creatura colpita dalla sorte che si deve salvar, come un'anima fragile,
addolorata e vinta, che attende una parola per tornare a sperar...
Così, Principe, l'amo!...
(Simonson interroga collo sguardo il
Principe che rimane chiuso in un sdegnoso silenzio. L'Ufficiale entra
dal fondo e si avvicina a Dimitri)
L'UFFICIALE
Principe Dimitri Nekludoff, è giunto un corriere per voi, corriere del
Governo. Di là v'attende.
DIMITRI
Grazie, son subito da voi.
(L'Ufficiale s'inchina ed esce. Dimitri si rivolge con un
segno della mano a Simonson come per dirgli di continuare)
SIMONSON
(un po' perplesso)
Allora, Principe, credete sia un bene per Katiusha d'aver trovato me
sul suo cammin?
DIMITRI
(dopo un'esitazione)
Sì, Simonson, lo credo! Ma ripeto, tutto da lei dipende. Parlerò io a
Katiusha e se v'ama, io partirò!
SIMONSON
(commosso)
Oh, grazie, Dimitri, amico mio!
(si stringono la mano, poi Dimitri esce dalla parte dove è
uscito l'Ufficiale)
(Simonson
resta pensoso. Poi lentamente raccoglie i due sacchi, quello di
Katiusha e il suo e s'avvicina alla capanna interrogando)
Ebben?
(Di
dentro s'ode un mormorio. – A un tratto appare un cosacco con un
frustino in mano. – Egli scruta un istante intorno a sé. – ma scorgendo
Simonson che era evidentemente l'oggetto delle sue ricerche, si slancia
su di lui per percuoterlo. – Simonson indietreggia parando il colpo)
IL COSACCO
Ah! Sei qui! Tu!... Dove son gli altri?
(Simonson indica la capanna).
(a Katiusha, Vera e Kritzloff)
Orsù!... Presto!...
(Vera
e Katiusha sostenendo sempre Kritzloff escono lentamente dalla capanna.
Troppo lentamente pel cosacco che spinge Katiusha così brutalmente
ch'essa cade; Simonson ha uno scatto di rivolta che tosto reprime,
curvando la schiena sotto la minaccia della frusta. Non gli è concesso
che di prendere il posto di Katiusha per sostenere Kritzloff. Al
momento in cui il cosacco minaccia nuovamente Katiusha, che non può
rialzarsi, appare Dimitri. Egli resta un istante muto, terrificato...
Poi signoreggiandosi dice al cosacco:)
DIMITRI
Lasciatela!... Vi raggiungerà!...
(Il cosacco s'inchina rispettosamente e raggiunge gli altri).
(Katiusha si rialza con pena, aiutata da Dimitri che si è con
sollecitudine avvicinato a lei).
Dimitri e Caterina.
DIMITRI
Katiusha! Ho da parlarti. Questa lettera giuntami or ora mi annunzia la
tua grazia!
CATERINA
(indifferente, cogli occhi abbassati)
Ah!
DIMITRI
E,
nello stesso tempo, Simonson m'ha detto che ti vuol bene, che è
disposto a sposarti. Ha chiesto il mio consenso; gli ho risposto che
tutto dipendeva da te. Due vie dunque dinanzi a te s'aprono, Katiusha:
o sposar Simonson, oppure... me!
CATERINA
(evitando lo sguardo di Dimitri)
Sposerò Simonson Ivanovitch.
DIMITRI
Perché?
CATERINA
Perché anch'io gli voglio bene.
DIMITRI
(colpito, ma dignitoso)
Quando è così, più nulla mi resta a far qui. A Tomsk ritornerò...
(rassegnato)
E sii felice!... Questo sol posso dirti!
CATERINA
(con le lacrime nella voce)
Grazie, Dimitri, grazie!... Con me, tanto buono siete stato, tanto,
tanto buono!...
DIMITRI
(interrompendola un po' bruscamente)
Addio!...
CATERINA
(con strazio)
Addio!...
DIMITRI
(fa alcuni passi come per andarsene, poi si volge
supplichevole)
Ohimé! Nulla per me, Katiusha, provi, se senza una parola così partir
mi lasci? Katiusha!!
CATERINA
(dopo un'esitazione, non sapendo più trattenersi, con tutta
l'anima)
Ah!
Dimitri! No! non posso tacer! È più forte di me... Sì, io t'amo,
Dimitri, amore! e provo una dolcezza immensa, una gioia suprema a
potertelo dire. Che tu lo sappia alfine!
DIMITRI
Katiusha, è ver?
CATERINA
T'amo
così come t'amai quel primo dì, con quell'ardore istesso del primo
amor! Nulla per me saria più dolce che l'amarti, nulla più bello che
sentirmi tua!... Non t'ho scordato mai; la tua immagine cara m'ha
seguita dovunque, sempre... e nei dì del dolore, dell'obbrobrio, io ti
vedea, lontano... lontano... e mi cadean le lacrime, senza saperlo,
allor!!
DIMITRI
(stringendo dolcemente fra le sue braccia Caterina)
Sono lacrime sante che ti legano a me!
CATERINA
Anima mia, mio bene, solo amore della vita mia!...
DIMITRI
Oh! Katiusha !
CATERINA
Sento
il tuo cor che batte presso al mio, come allora, come quel dì d'arcana
dolcezza inobliata! Dimitri! Dimitri! Oh, il bel sogno!
DIMITRI
Oggi alfin ti ritrovo, oh mia dolce, mia buona, mia Katiusha d'allor!
Oh! il bel sogno!
(Caterina si scioglie subitamente dalla dolce stretta e con
voce calma, ma decisa)
CATERINA
Ed ora, va... parti! Son felice!!
DIMITRI
(febbrilmente)
Partir? Che dici?... Partire?... Ora?
CATERINA
(scostandosi un po')
Io, tua! Io? la Maslova!
(si copre il volto con le mani)
DIMITRI
Ah!
Katiusha, e per questo vuoi lasciarmi?! Il dolor che mi dai è poca
cosa, è nulla, al paragon di questa gioia suprema che m'immonda [sic]
il cor! Sì, tu sei salva, tu sei redenta! Una vita finisce e una
novella vita incomincia!...
CATERINA
(al sommo dell'entusiasmo; come trasfigurata)
Sì, risorta son io!
DIMITRI
(estasiato)
O miracolo santo! O bontà della vita! O divina pietà!
CATERINA
Va,
va, mio amore, va! Tu resti sempre nel mio cor, dolcezza, anima mia
fedel!... Del nostro sogno è questo l'istante più soave! Va!... va!
caro amore, parti! Partendo, uniti per sempre sarem! Dimitri, è questo
il dì che unisce i nostri cuori in un solo destin!
DIMITRI
Vieni!
Al tuo cor vicino è il mio, diletta, mio testo, dolcezza, anima mia
fedel!... Del nostro sogno è questo l'istante più soave!... Ah! Vorrei
abbracciare tutti i dolori della terra insiem! Katiusha, è questo il
dì che unisce i nostri cuori in un solo destin!!
CATERINA
Addio, Dimitri: baciami sulla fronte...
DIMITRI
(la bacia con grande pietà sulla fronte)
Addio!
(Si
tengono per mano, non osando separarsi. - Sorge il sole. - A poco a
poco tutta la scena ne è inondata. Dimitri e Katiusha illuminati
sembrano trasfigurati).
(Da un lontano villaggio s'odono le campane e i canti di
Pasqua).
(Lentamente
Katiusha si stacca da Dimitri. - Sempre lentamente raccoglie i due
sacchi, il suo e quello di Simonson. - Con uno sulle spalle e l'altro
per mano, ella si allontana verso il fiume. - Dimtri rimane immobile
guardandola scomparire).
Cristo è risuscitato! Cristo è risuscitato! Cristo è risuscitato!
Osanna!! Osanna!!
(Cala lentamente la tela).
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